Il prefetto Claudio Palomba è arrivato in città da circa 7 mesi. «Da 30 giorni dopo il mio insediamento - esordisce - ho cominciato a occuparmi della Umberto I, per concordare un percorso che facesse tornare questo luogo storico alla sua bellezza naturale, facendo poche chiacchiere».
Quali sono state, al riguardo, le problematiche principali?
«Temi che si trascinavano da anni: pavimentazione, clochard, contenziosi. Per risolverli, in sintonia con Manfredi, abbiamo subito istituito un tavolo con i protagonisti coinvolti. E abbiamo cercato di istituire con i privati un dialogo più semplice attraverso il super condominio».
Ma non è stato possibile.
«No, purtroppo. Ma abbiamo continuato a sentire tutti. Nella bozza di protocollo che abbiamo concordato col Comune ci sono però vari impegni che restano fermi: a cominciare dallo stanziamento di 1,8 milioni da parte di Palazzo San Giacomo. Al tavolo dell'altro ieri è stata poi confermata la necessità di procedere alla chiusura di alcune uscite nel periodo notturno. Ovviamente va garantito l'accesso pubblico. Si manterrà dunque la condizione iniziale di bene collettivo della Umberto I, ma chiudendo alcune entrate, gli accessi verranno convogliati su un varco in particolare: quello di via Toledo. In questo modo, i controlli saranno più facili. I vigili urbani sorvegliano già dalle 8 alle 20. Con la Regione e col Ministero dell'Interno che le finanziano, abbiamo poi concordato l'installazione della videosorveglianza. Gli occhi elettronici saranno sia interni che esterni, su via Roma e su via Verdi. E saranno collegati alle centrali operative».
Insomma, le istituzioni hanno fatto quadrato. I privati no.
«Sto aspettando. Qualcuno ha manifestato l'intenzione di partecipare alle spese della vigilanza. Il contratto sarebbe intestato ad Aicast. I proprietari potrebbero ora partecipare singolarmente. Noi il protocollo lo firmeremo comunque entro fine mese. Se i proprietari che vivono la Galleria vogliono partecipare, noi ci siamo. Non voglio arrivare allo scontro con i privati, ma a Napoli si chiede quasi sempre uno sforzo allo Stato. Lo Stato ora ha fatto il suo, e in tempi estremamente rapidi. Adesso ognuno assuma la propria responsabilità. La sicurezza non spetta solo alle istituzioni, ma anche ai singoli. E la spesa non mi pare eccessiva: parliamo di una cifra inferiore ai 40mila euro per 2 vigilanti. Per un solo guardiano invece si tratta di 20mila euro, spalmati su più di 10 condomini. L'atteggiamento dei privati mi crea amarezza ma non ci ferma: ci muoviamo per il bene di Napoli».
Però, allo stato attuale delle cose, se i privati non pagano, la sorveglianza notturna non arriverà.
«Il progetto Umberto I non si arresta alla sorveglianza notturna, ma prevede lavori strutturali importanti. La nostra speranza al momento è l'adesione volontaria alle spese di guardiania da parte dei singoli condomini o dei negozianti. Entro settembre, poi, ci dedicheremo al Plebiscito: i locali del colonnato appartengono al Fec. Con loro li metteremo a norma e li assegneremo. Recupereremo al meglio il centro della città».
Quando potrebbe concludersi la colletta per la guardiania alla Umberto I?
«Non aspetto nessuna colletta: il progetto per la chiusura dei varchi dalle 22 alle 6 avverrà a prescindere dalla sorveglianza notturna privata, e ci si lavorerà già da agosto, una volta sottoscritto il protocollo. Visto il clima di collaborazione istituzionale, ci auguriamo che entro fine anno il progetto di chiusura diventi esecutivo».