Galleria Umberto a Napoli, sfida al degrado: «Patto privati-istituzioni»

Galleria Umberto a Napoli, sfida al degrado: «Patto privati-istituzioni»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 2 Agosto 2022, 09:34 - Ultimo agg. 15:48
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Galleria Umberto, ultima chiamata. È una giornata decisiva, quella di oggi, che vede mobilitati Prefettura, Comune di Napoli ed una serie di altre istituzioni ed enti pubblici e privati cittadini che hanno detto sì al progetto di salvataggio del monumento sfregiato da incuria, degrado e abbandono.
Alle sei di oggi pomeriggio, simbolicamente proprio all'interno della mastodontica opera architettonica inaugurata nel 1890, verrà siglato il patto destinato a salvaguardare uno dei monumenti italiani più prestigiosi.

Il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba insieme con il sindaco Gaetano Manfredi, sottoscriveranno il verbale di intesa per la predisposizione di interventi mirati alla riqualificazione e sicurezza, rafforzamento videosorveglianza e vigilanza notturna con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggistica, l'Università degli Studi di Napoli Federico II, l'Unione Industriali, la Camera di Commercio, Intesa Sanpaolo e le altre sigle aderenti (Sidief, Aicast Imprese Italia, Confcommercio, Confesercenti).
Quando la partecipazione riesce a mettere intorno ad un tavolo soggetti volenterosi in nome e per conto di Napoli. E poco importa se poi, alle ripetute chiamate del prefetto siano mancati tanti dei residenti che occupano studi professionali e abitazioni della Galleria. A ciascuno il suo, come diceva Sciascia: e a ciascuno le sue responsabilità.

Ma in che cosa consiste il progetto che si vara oggi? La parola d'ordine è una sola: sicurezza partecipata. E allora via libera innanzitutto alle attività per la vigilanza notturna, che prevedono la contribuzione di Banca Intesa Sanpaolo, in considerazione degli interventi di valorizzazione e riqualificazione dei centri urbani storici, anche attraverso la trasformazione di palazzi (come le nuove Gallerie d'Italia di Napoli nel monumentale palazzo di via Toledo, che fu già sede del Banco di Napoli) e nella prospettiva di fornire sostegno al commercio ed alle piccole imprese.

Il tutto rientra nel progetto più complessivo di riqualificazione urbana del centro storico. E siamo solo all'inizio: perché già a settembre verranno avviate - fa sapere sempre la Prefettura - le procedure relative agli interventi di riqualificazione di piazza del Plebiscito.

Tutto ciò nella convinzione che la sicurezza deve necessariamente passare anche attraverso questi interventi.


Dovrebbe essere davvero la volta buona. Con la firma e la sottoscrizione si chiude un periodo contrassegnato da incertezze, abbandoni, ritardi, omissioni pubbliche e private. Va dato atto al prefetto Palomba e al sindaco di Napoli di aver creduto caparbiamente nel fatto che cambiare le cose, invertire il lassismo durato per decenni rispetto alla Galleria Umberto era - ed è - possibile.

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E a proposito di svolte, qualcosa di nuovo e di buono si registra anche sulla videosorveglianza nell'area metropolitana di Napoli. Ieri in Prefettura si è tenuta una riunione (alla quale era presente anche il direttore dei Servizi Tecnico Logistici del Viminale) per velocizzare le procedure amministrative necessarie - nell'ambito del programma Occhi aperti su aree UNESCO - a dotare di nuovi impianti il centro storico e le periferie più esposte al rischio di faide camorristiche. Il rilascio di permessi sarà più rapido, e così verranno realizzate o rimesse in funzione complessivamente 65 telecamere tra Chaia, centro storico, Fuorigrotta e zone periferihe, oltre a nuovi impianti per 41 Comuni dell'area metropolitana superiori a 20mila abitanti.
 

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