I soldi per la galleria Vittoria ci sarebbero, ma per adesso non ci sono. I lavori alla galleria Vittoria dovrebbero partire, ma non partono, perché i denari che il Comune pensava di destinare a risolvere la questione più imbarazzante del lungo decennio di amministrazione arancione, non possono transitare per Palazzo San Giacomo.
La questione è delicata e paradossale, ruota intorno a un concetto estremamente semplice da capire, si tratta di un banale ordine cronologico: quando arrivano denari destinati a una specifica attività, come quella dei lavori pubblici, ad esempio, non possono essere utilizzati a piacimento dell'Amministrazione ma vanno messi in un salvadanaio che serve per pagare chi ha già lavorato e aspetta il suo pagamento. Ecco perché, attualmente, i due milioni che Rfi ha già pronti per il Comune di Napoli, non sono stati ancora versati.
Per comprendere nel dettaglio i motivi di questa imbarazzante impasse bisogna riavvolgere il nastro e chiarire gli ultimi passaggi della vicenda.
Dopo aver sperato di riuscire a riparare la galleria con 600mila euro pescati in bilancio, il Comune è stato costretto a prevedere un progetto molto più articolato e decisamente più costoso. È stata la Procura della Repubblica a chiedere maggiore attenzione alla sicurezza e interventi molto più intensi, prima di concedere il dissequestro della struttura che è chiusa ormai da nove mesi.
Di fronte alla necessità di recuperare più denaro, nello specifico due milioni di euro, palazzo San Giacomo s'è ricordato di avere una carta da giocarsi, quella di Rete Ferroviaria Italiana: al tempo dell'ingresso dell'alta velocità nella città di Napoli, la Rfi garantì all'amministrazione un accordo che prevedeva fondi da destinare alla viabilità, c'erano ancora due milioni da spendere, proprio quelli che servivano per la galleria.
Nel frattempo vennero presi accordi con Anas per la realizzazione materiale dei lavori. Pareva un'idea vincente perché sia Rfi che Anas appartengono alla grande famiglia di Ferrovie dello Stato Italiane: insomma, si tratta due società totalmente differenti ma sorelle e si pensò che il versamento del denaro potesse avvenire direttamente da una società all'altra.
Ma perché era necessario che i fondi transitassero direttamente da una società all'altra senza passare per palazzo San Giacomo? Perché c'è l'ordine cronologico da rispettare e se i due milioni fossero passati per le casse del Comune, altri creditori (e palazzo San Giacomo ne ha tanti) li avrebbero pretesi.
Sembrava tutto sotto controllo, tanto da permettere all'assessore Clemente di sbilanciarsi su un imminente avvio del cantiere, pareva tutto perfettamente organizzato tanti da invitare il sindaco de Magistris ad annunciare che entro l'inizio di maggio il cantiere sarebbe partito. E invece non era tutto perfettamente sotto controllo, perché sulla strada dei lavori alla galleria Vittoria s'è presentato un ostacolo burocratico: i soldi che Rete Ferroviaria Italiana deve dare al Comune di Napoli in base a un preciso accordo, possono essere versati solo al Comune di Napoli, ovviamente. Sicché l'ipotesi di pagamento diretto all'Anas è tramontata inesorabilmente.
Ed è su questo scoglio che, per adesso, s'è schiantato il progetto del rinnovamento della Galleria Vittoria. Il percorso di quei due milioni, tra l'altro deve essere particolarmente trasparente perché l'intera vicenda è seguita con puntualità dalla Procura della Repubblica. Ecco perché, negli ultimi quaranta giorni c'è stato un susseguirsi ininterrotto di riunioni tra uffici legali a caccia di una soluzione possibile. Soluzione che allo stato attuale non è stata ancora trovata anche se da parte dell'assessorato ai lavori pubblici si continua a sostenere che «la svolta è dietro l'angolo» e che nel giro di pochi giorni ogni questione troverà una corretta soluzione.
Ovviamente sulle tracce di quei due milioni ci sono i creditori del Comune. Nessuno accetterà di rinunciare a soldi per lavori già effettuati, ognuno sarà pronto a farsi valere anche per vie legali. Non basterà il lavoro «pancia a terra» sbandierato dall'assessore Clemente, occorre una soluzione senza sbavature, altrimenti i lavori alla galleria Vittoria non partiranno mai.