Giacomo Leopardi, nuovo volto al palazzo di vico Pero: è la fine dell'oblio

Giacomo Leopardi, nuovo volto al palazzo di vico Pero: è la fine dell'oblio
di Maria Pirro
Martedì 15 Giugno 2021, 15:00 - Ultimo agg. 12 Luglio, 12:45
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È stata la casa di Giacomo Leopardi, la sua preferita. L'ultima. Una targa lo ricorda in via Santa Teresa degli Scalzi, ma quasi non si nota: è sistemata tra i balconi e i panni stesi ad asciugare, appena sopra i condizionatori, tutti diversi e lasciati a vista, e i rappezzi in bianco sul giallo ocra. Così all'ingresso dell'edificio in vico Pero 2: il nome dell'ospite illustre è ricordato soltanto con una scritta a penna, dalla calligrafia incerta, che avvisa: «Palazzo G. Leopardi». Poco più di un mix di memoria, degrado e orgoglio sottotono. Ma, per recuperare lo spirito del luogo, ora c'è un progetto condiviso da istituzioni, associazioni, artisti, galleristi, cittadini. 

Si inizia con un'installazione sulla facciata del palazzo ideata da Eugenio Giliberti. Con la proiezione del manoscritto i «Nuovi credenti», di Leopardi, programmata oggi, dalle 21 fino a mezzanotte. Ma il progetto è più ambizioso e prosegue con un intervento di ristrutturazione: per trasformare in modo permanente la facciata in opera d'arte. «Diventerà grigia, con cornici più scure: sarà un richiamo all'ordine. Il farsi pagina per riportare il testo sarcastico», spiega Giliberti, che è anche dirimpettaio di Leopardi. Vive infatti nel palazzetto, l'edificio di fronte al civico 2 ed è oramai il custode di storie fantastiche. «Ci sono famiglie che da più generazioni - dice con emozione - abitano tra via Santa Teresa e vico Pero, ma anche in vico Noce e in vico Cimitile: alcune conservano oggetti della casa, piattini e altri arredi; alcune riportano aneddoti e racconti legati ai quattro anni trascorsi dal poeta nel palazzo dei nobili». Come Antonio De Cesare, che ha «70 anni e mezzo», puntualizza, e afferma: «Sono il figlio della portiera, ricordo un altare d'epoca subito prima della porta in quell'appartamento». Luigi Palumbo, 84 anni, dipendente dell'Asl in pensione, siede, invece, sulla panchina rivolta verso la targa che riporta l'anno di morte del poeta, il 1837.

Accanto, il suo amico Salvatore recita «L'infinito» e spiega i legami meglio di un docente, intrecciando letteratura e realtà, passato e presente.

Un esperto è anche Lucio Nicodemo, 63 anni, titolare della macelleria di quartiere aperta dal 1898, da 7 trasferitasi proprio nel palazzo di Leopardi. «Si fermano in tanti, attirati dalle parole incise nel marmo, fanno domande, vogliono sapere», certifica, chiacchierando con Danilo Ambrosino, di Dafna Gallery, organizzatore del progetto con Museo Madre, Intragallery, Fondazione Morra. Difatti, l'operazione di rilancio prevede anche un tour sulle tracce del Leopardi napoletano e inedito. Con la segnalazioni di botteghe, abitazioni e altri luoghi frequentati dall'autore dei versi straordinari. Lungo il tragitto, che arriva fino a via Toledo, si trovano però negozi diversi rispetto a quelli dell'epoca e non più le stesse insegne e attività. La passeggiata nel quartiere diventa così anche un viaggio nel tempo: un filmato in 3D, visibile da smartphone e tablet, mostra la trasformazione graduale della zona, dal periodo murattiano, dando informazioni di carattere storico e urbanistico. 

«L'immobile in vico Pero 2 - spiega l'architetto Alberto Sifola, presidente di Friends of Naples tra i sostenitori della ristrutturazione - non è ritenuto di articolare interesse, è piuttosto malandato e segnato da discutibili interventi. Ma siamo felici, per una volta, di occuparci di qualcosa che non si nota. Il restyling può dare dignità a un angolo della città». E la casa, vista anche solo dall'esterno, perché privata e abitata, può diventare un potente punto di attrazione. È, peraltro, tra due grandi musei, il Mann e Capodimonte e non lontano dal Madre. «L'area è strategica, va valorizzata anche rafforzando i controlli e la pulizia», chiede Antonio Giordano, 54 anni, un altro residente del quartiere. Così alto e basso si mescolano, arte raffinata e problemi quotidiani, senso di appartenenza, identità e speranze. 

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