Gianpiero D'Alessandro dal Vesuvio a Justin Bieber: «Nel jet set grazie alla Crypto Art»

Gianpiero D'Alessandro dal Vesuvio a Justin Bieber: «Nel jet set grazie alla Crypto Art»
di Daniela Spadaro
Martedì 4 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:39
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È nato a Sant'Anastasia Gianpiero D'Alessandro, 30 anni, writer, grafico, designer o meglio, in una sola parola: artista. Dal Vesuviano, dove da adolescente disegnava vignette e caricature dei personaggi del paese più «in vista», al jet set internazionale. I suoi lavori sono richiesti da molte delle star del cinema e dello sport e con molte di loro vanta collaborazioni, da Justin Bieber di cui ora è socio, a Cristiano Ronaldo, da Snoop Dogg a Sergio Ramos, da Amber Rose a Belen Rodriguez, da Clementino a Stefano Gabbana. Ed è con una società fondata insieme a Bieber, che vede inoltre come project manager Pasquale D'Avino, imprenditore di Cercola che compare nella classifica di Forbes tra gli under 30 più influenti del 2021 e fondatore di Throwback, che Gianpiero è sbarcato in un mercato ancora poco familiare in Italia, la Crypto Art. Le sue creazioni digitali, molte le si possono trovare sui social per esempio Bieber ne sfoggia una sul suo profilo Instagram in forma di NFT (non fungible token) gli hanno fatto guadagnare quasi nove milioni di dollari, creando un volume di affari da capogiro che lo identifica come uno degli artisti italiani più pagati.

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Gianpiero, come ci si sente a vendere le proprie opere a cifre che molti artisti noti, quelli «tradizionali», non sfiorano nemmeno?
«La vita è fatta di opportunità, sono contento di aver saputo cogliere quelle che mi sono capitate.

Ma non dimentico le mie radici, faccio quel che mi piace: disegno, scrivo, traduco in arte il mio amore per le parole, creo».

Qual è la cifra più alta che hanno pagato per un tuo disegno?
«Trentuno Ethereum, ossia 101mila dollari, un altro che ho regalato a Sfera Ebbasta è stato poi rivenduto per 85mila dollari».

Parliamo di criptovaluta, di moneta virtuale o meglio digitale. Un'alternativa al denaro come lo conosciamo, una forma di commercio che sta coinvolgendo anche l'arte ma che in Italia non è ancora diffusa. La domanda è: sono soldi veri quelli che guadagni? Puoi spenderli?
«Sono soldi veri. Creo contenuti che le persone acquistano con criptovaluta, denaro virtuale che si converte poi nel suo equivalente in moneta e posso spenderli, certo. Capisco lo scetticismo, anche io lo ero all'inizio ma poi ho incontrato un team di ragazzi americani che mi hanno fatto capire come dietro un progetto come questo ci sia più di un mondo virtuale».

Se volessi acquistare un tuo contenuto?
«Ti basterebbe connetterti a www.inbetweeners.io dove troveresti decine di migliaia di contenuti o su altri marketplace per NFT dove si comprano e vendono tutti i giorni beni digitali unici, come OpenSea».

Come hai coinvolto Justin Bieber e soprattutto come lo hai conosciuto?
«Un paio di anni fa ha cominciato a seguirmi su Instagram, a lasciare dei like sui miei post e infine mi ha chiesto il numero di telefono. Siamo diventati amici, anzi è già da un po' che seguo come designer unico la sua linea di abbigliamento, Drew House. In più ho curato gli inviti e il materiale grafico per le sue nozze con Hailey Baldwin».

L'ascesa del tuo successo sembra di fatto un po' l'American Dream, il sogno americano...
«Vero, pensare che tutto è iniziato dalla mia cameretta, era lì che mi rinchiudevo a disegnare e poi mio padre mi ha regalato il primo computer, ho iniziato a lavorare sui social e condividevo su Instagram le mie vignette. Ed è così che ho conosciuto Clementino, quando condivise il mio cartoon che lo ritraeva e dopo un solo mese mi contattò il rapper americano Snoop Dogg che mi chiese di occuparmi del suo merchandising. Ho detto naturalmente di sì e da quel momento numerosi personaggi dello show business internazionale hanno iniziato a conoscermi, una grande soddisfazione».

A proposito dei social grazie al quale tutto è iniziato: fa un po' impressione guardare chi sono i tuoi follower: Cristiano Ronaldo, Chiara Ferragni, Billie Ellish, Fedez, persino l'account ufficiale di Netflix.
«Sì, in effetti nel 2015 Netflix mi invitò a partecipare alla campagna per il lancio italiano della piattaforma e qualche tempo dopo anche la Nike mi propose di ideare una collezione di quadri per i suoi atleti testimonial, così incontrai Cristiano Ronaldo e giocai a calcio con Sergio Ramos».

Qualche segno del tuo passaggio lo hai lasciato anche dove vivi, nel vesuviano. Nato a Sant'Anastasia oggi vivi a Somma Vesuviana dove c'è una cabina elettrica che grazie a te ha ripreso vita con un murale.
«Sì, è un progetto dell'associazione Tramandars con Edistribuzione, l'ambizioso cambiamento di una cabina elettrica in un'opera che veicola al primo sguardo amore, rispetto, uguaglianza, concetti che dovremmo trasfondere in tutto ciò che facciamo».

Il futuro?
«Non ci penso mai, in realtà il mio presente è sempre più folle di quanto io possa immaginare o pianificare. Tutte le cose che mi sono accadute finora erano inimmaginabili, perciò costruisco il mio futuro giorno dopo giorno sempre un po' al limite tra sogno e realtà. In realtà sono solo un sognatore e l'arte è il mezzo che uso per superare i miei limiti e dimostrare che l'impossibile non esiste». 

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