Gianturco, ecco il progetto: «La nuova sede della Regione disegnata da un archistar»

Gianturco, ecco il progetto: «La nuova sede della Regione disegnata da un archistar»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 10 Settembre 2021, 07:30 - Ultimo agg. 11 Settembre, 09:05
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Non solo un nuovo hub e il ridisegno della porta d'ingresso a Est della città ma anche una nuova sede della Regione («per accorpare le varie sedi sparse per cui insistono fitti passi», motiva De Luca) nella zona di via Galileo Ferraris. È un progetto imponente quello per la nuova porta Est, già annunciato alla vigilia delle regionali 2020, ma ieri il governatore ci aggiunge l'idea di una nuova sede regionale. «Ho un progetto che mi frulla per la testa fare qui una nuova sede della Regione. Vorrei però - spiega ieri mattina - un grande progetto di architettura contemporanea perché a Napoli non abbiamo un granché. Abbiamo un grande patrimonio storico, ma provate a immaginare una grande architettura moderna, una grande firma internazionale che fa anche da pendant con il Vesuvio, qui alle porte della città per arricchire la città con un'opera contemporanea». E aggiunge: «Pensiamo di investire tra i 400 e i 500 milioni di euro nella città di Napoli per lasciare anche un segno moderno. Non è inevitabile, per vedere queste cose, andare a Barcellona, Berlino, Parigi, Londra o Madrid: possiamo averle anche qui a Napoli e proporre non solo segni di una storia unica al mondo ma anche i segni della modernità». Poi si ferma un attimo pensieroso e torna sul Crescent, il progetto di Ricardo Bofill a Salerno che gli ha creato più di un grattacapo giudiziario: «Sono un po' fissato con le opere architettoniche contemporanee, neanche qualche processo mi ha convinto di farmi i fatti miei». 

Nuova sede a parte, il progetto riguarda la zona che va dalla stazione di Porta Nolana a quella Centrale e verrebbe recuperata area, tra verde ed edificabile, rendendo sotterraneo il passaggio dei treni di questa tratta.

Opera già allo studio grazie ad un finanziamento pari ad 4,25 milioni erogato dalla Regione a valere su fondi Fsc ed in favore dell'Eav che è soggetto attuatore. «Si tratta - è spiegato nelle tavole illustrative del progetto - di un importante processo di riqualificazione globale del nodo, attraverso la riorganizzazione sistemica ed integrata delle reti di trasporto, con un conseguente miglioramento delle funzioni di scambio intermodale. Ciò in una più ampia rigenerazione urbana, ambientale e sociale» e «con l'obiettivo di definire il nuovo assetto del nodo Garibaldi, snodo chiave del sistema di trasporto cittadino in cui confluiscono le principali componenti della mobilità urbana, regionale e nazionale, sia pubblica che privata».

In particolare sarà realizzata una completa integrazione tra il nodo ferroviario Rri di Napoli Garibaldi e quello delle linee vesuviane, con una rigenerazione urbana dell'ex scalo merci. In pratica un nuovo hub su un'area di circa 145mila metri quadri «al fine di favorire nel tempo il passaggio a un sistema di mobilità sostenibile, con la graduale riduzione dell'utilizzo dell'auto privata in favore del mezzo pubblico». L'idea è quella di intercettare il traffico di autobus e vetture proveniente dall'autostrada A3 per convogliarlo nel nuovo hub, con un'uscita ad hoc, evitando l'attuale intasamento sulla via Galileo Ferraris (35 transiti nell'ora di punta considerando arrivi e partenze). E per le auto un parcheggio di circa 700 posti auto. 

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Viene previsto il raddoppio della stazione Eav Garibaldi mentre lo scalo di porta Nolana diventerà deposito rotabili e officine di primo intervento. Ma il cuore urbanistico è la copertura delle linee Eav tra porta Nolana e Garibaldi. Qui sorgerà la nuova sede della Regione, progetto annunciato per la prima volta ieri mattina da De Luca, tra «un insieme di boulevard e filtri verdi che costituiranno un anello verde di consistenza pari a circa il 50 per cento dell'area di intervento, in linea - scrivono i progettisti con le più virtuose realizzazioni europee di nuovi quartieri e rigenerazioni urbane». In modo, è specificato sempre nel progetto, che ci sarà «un drastico miglioramento al benessere ambientale e acustico, un aumento della permeabilità dei suoli e una riduzione dell'effetto isola di calore, che risulterà apprezzabile sia nell'area di intervento che negli spazi adiacenti». 

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