Alla fine non sono rimasi aperti i ristoratori di Napoli che avrebbero dovuto aderire all'iniziativa #ioapro. Una protesta, seppure simbolica, che avrebbe previsto la prosecuzione dell'attività oltre le 18 e con il personale di sala cuochi o pizzaioli, seduti ai tavoli. I rischi sarebbero stati troppi. In primis quello di generare file ed assembramenti sia all'interno che all'esterno dei locali e poi quello legato all'aspetto legale. Il rischio – laddove si fosse generato un focolaio – sarebbe stato quello di subire una denuncia per attentato alla salute pubblica.
«Bisogna continuare a far valere i nostri diritti – afferma il presidente Fipe Massimo Di Porzio – ma rispettando le norme e le regole imposte dal governo.
«Non sarebbe stato giusto calare la guarda in questo momento – commenta Profeta – perchè abbiamo fatto tanto per dimostrare la nostra voglia di lavorare. Tra l'altro con queste regole e con il coprifuoco alle 22 non sarebbe venuto nessuno. La nostra categoria ha perso tanto in questi mesi, si parla di 40 miliardi di fatturato, ma proprio per questo dobbiamo continuare a viaggiare sulla linea del rispetto delle regole. E' necessario dare il buon esempio e farlo sino alla fine. Io ho deciso di non aderire perchè è più importante pensare al futuro con responsabilità e senza agire di pancia. Il momento è veramente difficile ma dobbiamo continuare a tenere duro».