Napoli, vandali a piazza Dante: «Distrutta anche la targa»

Napoli, vandali a piazza Dante: «Distrutta anche la targa»
di Paolo Barbuto
Martedì 19 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 20 Luglio, 08:04
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L'allarme è stato lanciato ieri mattina dai passanti: il marmo con la scritta Piazza Dante è stato divelto dal muro ed è piombato a terra spaccandosi irrimediabilmente. La notizia è stata immediatamente diffusa via social dal consigliere comunale Gennaro Esposito che ha pubblicato la fotografia del marmo distrutto e s'è chiesto «Cosa dire a chi ha fatto questo?», determinando una lunga sequenza di interventi social di indignazione e sgomento.

Anche piazza Dante, dunque, nel mirino dei vandali e dei piccoli delinquenti da strada che, a sentire le parole dei residenti «di notte diventano i padroni di questo posto, fanno quel che vogliono senza che nessuno li fermi».

Due anziani fanno la guardia al marmo in frantumi, si occupano di spiegare ai passanti quel che è successo, in una scena surreale che si ripete mille volte, identica, con la stessa domanda e le stesse risposte, come nei film di Luciano de Crescenzo.

Scusate, ma che è successo?, E che volete che sia successo, stanotte si sono divertiti assai e hanno distrutto pure il nome della piazza. 

Qualche metro più in là, ai margini dei giardinetti che sono ben tenuti nonostante tutto, si è già riunito il gruppo dei giocatori di scopa, quando il sole bollente inizia a fare capolino c'è pure chi va a prendere un ombrellone e lo sistema al centro del tavolino per regalare il conforto dell'ombra a giocatori e pubblico. Tutt'intorno la gente passa senza troppo entusiasmo: i napoletani corrono dietro ai loro affari, i turisti corrono via da quella piazza che non ha nulla di invitante.

Giusto al centro dello slargo, proprio ai piedi del Sommo Poeta, troneggia un contenitore d'immondizia stracolmo. È stato trascinato lì da uno dei vandali durante la notte, e gli addetti alla raccolta non l'hanno visto: i turisti lo dribblano, poi passano davanti alla statua e vanno a sbattere contro la lunga sequenza di bidoni della differenziata intorno ai quali c'è una gran quantità di monnezza che giace da giorni.

La piazza nel complesso non sembra una pattumiera, è vasta, assolatissima e spazzata dal vento che accumula le schifezze ai margini, dove si trovano i gazebo dei bar, o verso la strada lungo la quale le automobili ormai passano liberamente senza restrizioni: «Ma qui non è questione di spazzatura fisica - spiega Luigi Ambrosi, residente nella zona - l'immondizia è umana, e si concentra soprattutto in certe notti dei fine settimana». 

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Il segno più plateale dello stato d'abbandono della piazza sono gli ingressi della stazione della metropolitana. I vetri che avrebbero dovuto lasciar passare la luce fino al cuore della fermata ipogea sono, da sempre, travolti da scritte d'ogni genere vergate con vernice di qualsiasi colore. Sulle vetrate sono accumulati i segni della mancanza di pulizia, si riconoscono chiari i segni degli sputi, a centinaia, lanciati su quelle lastre, ci sono perfino tracce dei bisogni che i clochard fanno tutt'intorno a quelle strutture. Per fortuna i vetri sono antisfondamento, realizzati in maniera da non far esplodere le schegge quando vengono spaccati: quelli infranti sono almeno tre, restano in piedi a imperitura memoria dell'inciviltà di certi napoletani e dell'inefficienza di chi dovrebbe proteggere e sostituire quelle lastre. 

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