Il testamento di Marcello Torre diventa monito per i sindaci della Campania

La lettera consegnata dalla figlia Annamaria con la Fondazione Polis

La lettera-testamento di Marcello Torre
La lettera-testamento di Marcello Torre
di Alessio Liberini
Martedì 30 Maggio 2023, 22:00 - Ultimo agg. 22:20
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«Sogno una Pagani civile e libera». Così scriveva il sindaco e avvocato Marcello Torre, ben consapevole dei rischi a cui andava incontro, a chiusura della sua ultima campagna elettorale in una struggente lettera, testamento, indirizzata alla moglie Lucia e ai figli Giuseppe e Annamaria.

Oggi, 30 maggio 2023, sono passati esattamente 43 anni dalla stesura di quel lascito che rappresenta, a distanza di quasi mezzo secolo, un preziosissimo documento di memoria viva. In quelle poche righe c’è difatti tutto l'ardore e la dedizione che Torre profuse nel suo impegno pubblico nel nome della legalità, anticipando il suo brutale omicidio messo in atto dai killer di Raffaele Cutolo l’11 dicembre 1980, a neanche un mese di distanza dal disastroso terremoto che sconvolse l’Irpinia e l’intera Campania.

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«Non ho niente da nascondere.

Siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile» scriveva ancora Torre nella sua eredità che da quel dicembre dell’Ottanta è diventata, nel corso del tempo, un esempio di speranza custodita nei cuori di chi in Campania, come nel resto del Paese, si batte ogni giorno contro la criminalità organizzata.

Ed è per questo che la Fondazione Polis ha deciso, insieme ad Annamaria Torre, di donare questo testamento a tutti i 550 sindaci della Campania affinché il suo esempio non sia vano ma possa rappresentare un fortissimo sprono per tutti i primi cittadini della Regione. Tutte quelle fasce tricolore che ogni giorno sono chiamate a dare risposte tangibili di sicurezza e giustizia alle proprie comunità.

A sancire la nascita di questo ponte, fatto di memoria e impegno, è stato stamane il simbolico passaggio di consegne della lettera-testamento dalle mani della figlia di Marcello Torre, Annamaria, al sindaco di Caserta, Carlo Marino, che in qualità di presidente regionale dell'Anci rappresenta difatti tutti i primi cittadini della Regione.

«Simboleggia – racconta Annamaria – un monito ed una speranza per intraprendere la volontà di mio padre, che poi dovrebbe essere un po’ di tutti gli amministratori, ovvero vedere le proprie comunità libere e civili dal cancro della camorra e della corruzione».

«Papà – ricorda – prima di tutto era un avvocato penalista, un grande principe del foro di Salerno dove fu anche vicepresidente della Provincia, ed era amatissimo dai Paganesi dove era inoltre presidente della squadra di calcio cittadina: proprio per questo gli chiesero di candidarsi a sindaco, come indipendente, e lui accettò di buon grado dal momento che amava profondamente Pagani e la sognava libera e civile. A chiusura della campagna elettorale scrisse il suo testamento: temeva già per la sua vita».

Un’esistenza, volta al servizio della comunità, che è diventata da esempio per tutti gli amministratori locali: «Non è solo un aspetto simbolico – chiarisce il sindaco di Caserta, Carlo Marino – ma è un messaggio che vogliamo lanciare con chiarezza: i sindaci della Campania dicono un secco no contro la criminalità organizzata per costruire comunità sane con un forte senso civico ed è per questo che ringraziamo il nostro collega Marcello perché oltre a dare la vita ha dato a noi anche la speranza».

Speranza che oggi riecheggia tramite la voce commossa di Giuseppe Granata, il presidente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità a cui è stata affidata la lettura della lettera-testamento di Torre - nel corso dello speciale incontro tenutosi a Palazzo Santa Lucia a cui hanno preso parte anche i referenti della Fondazione Polis, di Libera e l’assessore regionale alla Sicurezza e alla Legalità, Mario Morcone – prima di giungere sino alla massima carica dell’Anci Campania in nome di tutti i sindaci della Regione che presto riceveranno la lettera, in formato pergamena, da affiggere nei propri uffici: «Dovremmo chiedere a tutti i sindaci di rileggere con attenzione questa lettera-testamento – precisa Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis - per farla diventare un monito ma soprattutto un viatico di accompagnamento ad ogni primo cittadino che si senta protetto dall'onestà e dal bene che sta facendo».

Anche perché, come giustamente osserva l’assessore regionale Mario Morcone: «Ancora oggi continuano a succedersi intimidazioni ai sindaci del nostro territorio e quindi dobbiamo trovare il giusto modo di essere al loro fianco per sostenerli sempre nella trasparenza del proprio incarico e del loro impegno civile. La figura di Torre deve quindi essere per loro un riferimento importante, una guida di valori da proteggere e diffondere».

Nel mentre la Fondazione della Regione Campania annuncia già un nuovo evento per ricordare la memoria di Marcello Torre: «Il prossimo 11 dicembre 2023 – fa sapere Enrico Tedesco, segretario generale della Fondazione Polis – nel giorno del brutale omicidio di Torre presso il Consiglio regionale della Campania sarà installata una mostra permanente di 5 giorni per restituire alla collettività la vita personale, familiare, politica e amministrativa di questo eroe civile».

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