Ischia, albergatore prende un anno sabbatico e dà l’hotel in gestione ai dipendenti

Ischia, albergatore prende un anno sabbatico e dà l’hotel in gestione ai dipendenti
di Massimo Zivelli
Giovedì 29 Aprile 2021, 23:58 - Ultimo agg. 1 Maggio, 10:02
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Decide di prendersi un anno sabbatico e per non danneggiare i lavoro dei propri collaboratori e dipendenti, cede gratuitamente in gestione agli stessi, la struttura di cui è proprietario. In tema di ripartenza dell’economia e dell’uscita dalla pandemia, fa decisamente notizia la stipula del contratto con il quale l’albergatore ischitano Aldo Presutti, piuttosto che darla in fitto a terzi, ha preferito affidare la sua struttura alla autogestione cooperativistica dei suoi stessi collaboratori. 

Si tratta di una bella sfida per l’imprenditore (un «pazzo visionario» secondo i suoi colleghi) che dalla imminente stagione turistica non trarrà alcun profitto, ed al tempo stesso una sfida epocale per il folto gruppo di dipendenti che adesso dovrà dimostrare di essere capace di fare squadra e trarre invece proprio il massimo del profitto da una gestione che non sarà più calata dall’alto e che dovrà anzi fare i salti mortali per avviarsi su binari assai diversi rispetto al passato, e questo non solo in conseguenza di tutti gli effetti che la pandemia ha imposto ma anche per quanto riguarda gli stili di viti. «Nonostante una serie di proposte che ho ricevuto, non mi garba l’idea di dare in fitto l’albergo di famiglia a gestori terzi.

Ho subito caldeggiato invece – dice Presutti - la soluzione dell’affidamento gratuito ai miei collaboratori e dipendenti che dopo alcune settimane di valutazione hanno formulato un progetto di gestione di tipo cooperativistico, che io ho accettato, firmando il contratto di cessione gratuita proprio nei giorni scorsi». 

Italo-tedesco per origini, Presutti non è affatto nuovo ad iniziative che in un certo senso fanno clamore, proprio come questa ultima. Nel 2019, l’albergatore era finito al centro di polemiche internazionali per la sua posizione di critica aperta nei confronti delle autorità e dei colleghi albergatori di Palma di Majorca, che sottoscrissero l’atto formale di «non gradimento» nei confronti di Matteo Salvini, reo – agli occhi degli spagnoli e non solo – di perseguire impostazioni ideologiche affatto condivisibili sulla questione dei migranti. Presutti – tacciato poi di essere leghista e quindi sottoposto a un coro indignato sui media e sui social – dichiarò invece che il leader della Lega sarebbe stato benvenuto a Ischia. «Noi facciamo turismo, non politica», disse.  

L’anno successivo, il 2020, Presutti balza di nuovo agli onori della cronaca perché già a marzo, in pieno lockdown da pandemia, annunciava (per primo in Italia) che l’albergo Solemar avrebbe aperto ai primi di giugno, anche in perdita, ma per garantire occupazione e lavoro ai dipendenti. Che vennero tutti assunti accettando concordemente però di lavorare part-time, proprio per dare la possibilità a nessuno di loro di restare esclusi. Un atto di solidarietà che Presutti chiese l’estate scorsa, così come quest’anno ha accettato di affidare la struttura nelle mani dei suoi collaboratori. 

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Non verrà riconosciuto alcun fitto alla proprietà del Solemar, storico quattro stelle al Lido di Ischia, ma i lavoratori si sono impegnati a mantenere nella piena agibilità la struttura. Molto dipenderà adesso da loro stessi, dal loro lavoro e dalla loro professionalità considerato che ognuno di loro, dalla cameriera ai piani, allo chef in cucina, fino all’addetto a prenotazioni e ricevimento, dovrà veramente accorciarsi le maniche, assumersi responsabilità dirette e avere la capacità di vedere oltre il proprio – fino ad ieri – ristretto orizzonte lavorativo, per mettere in campo una squadra vincente. Sarebbe un fatto storico per l’isola d’Ischia ma non solo, considerato che mai prima d’ora in Italia, si è registrato un caso di autogestione di una struttura alberghiera e turistica. 

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