Sarebbe dovuto diventare un parcheggio multilivello sotterraneo, ma a distanza di quasi sei anni dall'apertura del cantiere quello della Siena a Ischia Ponte continua a presentarsi come un invaso di acqua salmastra, che ormai manda su tutte le furie i residenti e gli operatori commerciali del caratteristico borgo marinaro isolano. La protesta cresce e si è perfino costituito un comitato civico che preme sull'amministrazione comunale affinchè si trovi una soluzione alla incredibile vicenda di questa grande opera ampiamente incompiuta. E c'è persino chi si spinge a chiedere che il Comune metta in atto l'esproprio dell'area, che è di proprietà di una famiglia ischitana, quella dell'avvocato Mario Santaroni. «Salviamo Ischia Ponte» è il nome del comitato popolare che raccoglie centinaia di persone che contestano le eccessive lentezze della «Società Villa Miramare» che gestisce questa area a ridosso di Ischia Ponte e per questo motivo da sempre strategica ai fini del parcheggio di auto e bus turistici.
«In sei anni hanno realizzato il tunnel sotto la Manica e qui a Ischia si è creato solo uno scempio a cielo aperto» denunciano i cittadini che chiedono al sindaco Enzo Ferrandino di intervenire. La proprietà è però privata. E per questo dal Comune la risposta è sempre quella di non poter interferire. «Non ricordiamo più quante volte lamenta a nome del comitato Gianni Vuoso - abbiamo ascoltato le dichiarazioni di Santaroni che ha ripetutamente rassicurato tutti sulla conclusione dell'opera. Conclusione dell'opera che non è mai arrivata nei fatti». L'accusa al Comune è di aver in qualche modo contribuito a questa impasse: non essendo mai state capaci di risolvere i problemi da congestione di traffico e parcheggio delle auto a Ischia Ponte, le amministrazioni che si sono succedute hanno preferito affidarsi alle soluzioni prospettate appunto da privati. I cittadini chiedono dunque al sindaco Enzo Ferrandino che si imponga sulla società Villa Miramare, affinchè concluda l'opera entro l'estate, al massimo settembre, oppure si arrivi al ripristino de i luoghi.
Aperto sei anni fa, il cantiere del parcheggio della Siena si è praticamente fermato dopo le opere di scavo nel sottosuolo di quella che originariamente era un'area di sosta per le auto con annesse aiuole e parco di alberi di basso fusto. Il motivo ufficiale dello stop risiede nel fatto che in quella porzione di costa a ridosso della spiaggetta del Muro Rotto il mare ha continuato ad infiltrarsi, alimentando il volume dell'acqua che intanto si era raccolta nell'invaso proveniente secondo alcuni esperti - da alcune sorgenti sotterranee locali come quella del Pontano. Una possibilità, questa dell'acqua sorgiva di origine termale, che è sempre stata smentita dalla società che cura il progetto, la quale ammette invece la sola origine marina delle infiltrazioni. E sempre vani sono stati comunque finora i tentativi di pompare fuori dall'invaso l'acqua salmastra, che ha formato una sorta di specchio lacustre interno, ma anche quelli di arginare l'afflusso costante di altra acqua. Il cantiere è stato persino sottoposto a sequestro per alcuni mesi nel 2016 dal procuratore Nicola Quatrano, a seguito di controlli della Guardia Costiera che avevano rilevato sversamenti non autorizzati in mare di acqua e fanghiglia. Da parte sua la proprietà che oltre ad aver investito in proprio nell'opera, ha anche usufruito di finanziamenti europei ha assicurato che a breve provvederà a realizzare le annunciate perforazioni sul suolo liberato dall'acqua, così da poter realizzare la soletta di base e risolvere il problema dell'acqua sorgiva. Annunci questi di fronte ai quali la cittadinanza resta assai scettica, alla luce di quanto si è verificato nel corso degli anni. Da qui il pressing sul Comune, che finora non ha dati risposte. Mentre una nuova stagione turistica si avvicina.
Ischia, il parcheggio incompiuto che assedia il Castello Aragonese
di Massimo Zivelli
Sabato 16 Febbraio 2019, 11:30
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