Acque di nuovo assai agitate fra Procida e Ischia. E questa volta il meteo c'entra ben poco, perché la disfida è scoppiata per un panino farcito. Anzi, per il panino per eccellenza: la famosa Zingara sulla titolarità della quale si riaccende a sorpresa il campanilismo sulle opposte sponde del canale marino. È bastato infatti che dall'isola capitale della cultura i titolari di un ristorante annunciassero a gran voce sui social di aver ufficialmente registrato il marchio laZingara, e immediatamente dall'isola verde si sono levati cori di protesta contro lo scippo consumato dai vicini procidani, che hanno finito per coinvolgere con una valanga di accuse perfino i sindaci ischitani, additati per la loro inerzia sul caso. Perché a Ischia la Zingara è un simbolo di quelli considerati come intoccabili: è dagli anni 60' che evoca l'idea e la sostanza del panino farcito più richiesto, apprezzato e sponsorizzato anche ben oltre i confini regionali e nazionali. Due fette di pane del tipo cafone, prosciutto crudo, fiordilatte, pomodoro a fette e insalata verde, con leggero strato di maionese. Il tutto passato poi per cinque minuti circa al calore di una piastra arroventata, per il piacere di gustarlo al pub, al bar e spesso anche al ristorante e in pizzeria.
Una eccellenza tipica dello street food isolano. Ma di quale isola? Il dubbio serpeggia dopo che i titolari del ristorante Il gazebo affacciato sul porto di Procida hanno dichiarato testualmente sui social che «dopo trent'anni (sic!) abbiamo deciso di registrare il marchio: laZingara.
A stretto giro è arrivata la controreplica social dei procidani. «Lo staff del Gazebo, per evitare spiacevoli equivoci si legge in un post successivo - ha rimosso la frase la zingara nasce qui, precisando che la registrazione del marchio, avvenuta tramite studio legale, è stata pensata per tutelare un prodotto che produciamo ormai da trent'anni. Lungi da noi la volontà di attribuirci la paternità della Zingara e creare attriti non solo con il popolo ischitano, tra i quali annoveriamo stimati colleghi, clienti e amici». La precisazione non ha però sortito l'effetto di placare le acque. Sempre più arrabbiati, i custodi della ischitanità della Zingara se lo sono presa addirittura con i loro stessi amministratori e sindaci, tacciati di lassismo e incapacità a gestire prodotti e tradizioni dichiaratamente made in Ischia. E si teme che adesso dopo il cornetto di Calise e la Zingara anche il famoso coniglio all'ischitana possa cambiare nome e paternità.