L'Arcivescovo metropolita di Napoli, Domenico Battaglia, ha visitato il “campo bipiani”, complesso di container in amianto realizzato al confine tra i quartieri Barra e Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, per ospitare i terremotati del 1980 e poi occupato, nel corso degli anni, da tante altre famiglie. Don Battaglia ha visitato una parte del complesso osservando il degrado e i numerosi pericoli che caratterizzano il luogo. Ha ascoltato la sofferenza dei residenti che hanno spiegato le loro storie. Si è poi fermato con loro anche per un momento di preghiera non facendo mancare parole di conforto e la sua benedizione.
A invitare don Mimmo nei fatiscenti alloggi di via Isidoro Fuortes sono stati proprio i residenti a margine della celebrazione tenuta dall'Arcivescovo, pochi giorni fa, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Ponticelli in segno di vicinanza alla cittadinanza dopo i fatti di camorra registrati nel quartiere di Napoli Est. Dopo aver ascoltato la loro storia, don Battaglia ha voluto vedere con i propri occhi le condizioni in cui vivono circa 350 persone che, di recente, hanno ricevuto le lettere di diffida da parte del Comune di Napoli affinché lascino gli alloggi così da consentire i complessi interventi previsti: bonifica dall’amianto e smantellamento dei prefabbricati che dovrebbero lasciare spazio, nei prossimi anni, a un complesso di edilizia residenziale pubblica.
Quella dei “bipiani” di Napoli Est è una vicenda che si trascina da diversi lustri. L’attuale “villaggio” di prefabbricati doveva essere abbattuto nei primi anni Duemila così come è stato fatto per gli alloggi posti immediatamente di fronte, lungo la stessa strada: non fu possibile procedere alla demolizione in quanto non si riuscì a proseguire con i necessari sgomberi. A distanza di anni la scena sembra ripetersi: per evitare di perdere i finanziamenti del “Piano strategico” della Città Metropolitana si dovrebbe procedere con micro-cantieri man mano che gli alloggi vengono liberati. Proprio sul “destino” dei residenti si aprono tanti interrogativi cui si attendono speranzose risposte.