Napoli, l'arcivescovo Battaglia a Ponticelli dopo le bombe: «Coraggio, non lasciatevi intimidire»

Napoli, l'arcivescovo Battaglia a Ponticelli dopo le bombe: «Coraggio, non lasciatevi intimidire»
di Alessandro Bottone
Giovedì 20 Maggio 2021, 19:28 - Ultimo agg. 21 Maggio, 07:10
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L'Arcivescovo metropolita di Napoli, Domenico Battaglia, ha fatto visita a Ponticelli, quartiere della zona orientale di Napoli che, in queste settimane, è stato teatro di diversi episodi di criminalità organizzata. Monsignor Battaglia ha partecipato alla celebrazione nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo - a due passi dal parco comunale ‘Fratelli De Filippo’ - insieme ai sacerdoti di Napoli Est. Una iniziativa simbolica per dare un segnale di vicinanza ai cittadini e di attenzione verso i fatti di camorra che hanno scosso il quartiere con bombe fatte esplodere, in tre punti diversi, a ridosso di complessi di edilizia residenziale della “ricostruzione” post sisma. Sullo sfondo anche altri episodi di terrore e violenza sui quali lavorano forze dell'ordine e magistratura.

 

Don Battaglia, appena entrato nella parrocchia di via Attila Sallustro, si è avvicinato a un gruppo di giovanissimi atleti di una scuola calcio del quartiere: è ai giovani che ha fatto un appello affinché non si lascino affascinare dai simboli del potere e della delinquenza. L’Arcivescovo ha fatto un appello alla politica affinché si lasci guidare dal valore della solidarietà e anche alle istituzioni affinché guardino alla sicurezza non soltanto come questione di ordine pubblico ma anche come sicurezza sociale, intesa quale attenzione alle esigenze delle persone, specie quelle più fragili.

Nelle sue parole anche un ringraziamento alle forze dell’ordine per l’incessante lavoro tra le strade di Napoli. Alla celebrazione erano presenti numerosi cittadini e i rappresentanti di realtà associative locali impegnante nella lotta alla camorra e all’illegalità. L’Arcivescovo ha invocato i cittadini del quartiere a non lasciarsi intimidire e a proseguire l’azione con coraggio, mettendo da parte indifferenze e omertà. Tra i banchi anche i rappresentanti delle istituzioni locali e delle forze dell’ordine. 

«La prima mafia si annida nell'indifferenza, nella superficialità, nel puntare il dito senza fare nulla e girarsi dall'altra parte. L'omertà uccide: delle parole che noi diciamo dobbiamo rendere conto dinanzi al tribunale della storia, ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto davanti al tribunale di Dio». É stato il monito di don Mimmo Battaglia che ha aggiungo: «É necessaria una purificazione culturale che significa non più vivere né pensare in termini di assistenzialismo se tutti aspettiamo qualcosa dagli altri, nulla mai faremo e nulla costruiremo per il futuro nostro e dei giovani né saremo più capaci di opporci a chi con la forza della violenza vuole mangiare sugli appalti, speculare sulla cooperazione, organizzare il controllo del territorio». Battaglia, che ha citato le parole di Martin Luther King 'Non mi spaventa il rumore dei violenti, ma il silenzio degli uomini onesti', ha affermato che «occorre un forte risveglio delle coscienze non alimentando più il male, opponendoci alle richieste estorsive, denunciando l'usura, l'arroganza e le ingiustizie». Al termine della celebrazione don Battaglia ha incontrato alcuni dei residenti del “campo bipiani” di Ponticelli che, nei giorni scorsi, hanno ricevuto le diffide a sgomberare gli alloggi in amianto in cui vivono da diversi anni.

Intanto si fanno sentire i cittadini organizzati in associazioni e altre realtà che quotidianamente operano a favore di giovani e famiglie in una serie di iniziative e progetti. Si sono unite nel comitato ‘Disarmiamo Ponticelli’ condividendo le richieste inoltrate alle istituzioni locali e nazionali: più controllo del territorio, scuole aperte in estate e fondi per lottare la povertà educativa e l’abbandono dei giovani della periferia orientale. «La presenza del arcivescovo Battaglia è un segnale molto importante in questo territorio. Auspico che questa visita possa accendere la speranza dei cittadini a non demordere perché nulla è perduto» dice Roberto Malfatti della cooperativa sociale Sepofà che spiega: «Dopo i fatti di cronaca di Ponticelli si è attivata una fitta rete composta da associazioni e singoli cittadini del quartiere con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e i media su ciò che sta accadendo: questo territorio può rinascere se lo vogliamo e se tutti guardiamo allo stesso obiettivo. Disarmiamo Ponticelli dalla criminalità, insieme».

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«La presenza dell’Arcivescovo Battaglia è un segnale unico di vicinanza alla popolazione di Ponticelli in una giornata in cui c’è anche la prima iniziativa pubblica del comitato di liberazione dalla camorra “Disarmiamo Ponticelli”. Significativo è che per questo incontro si sia scelta via Esopo, uno dei luoghi in cui è stata lanciata una bomba a pochi metri dal nostro centro socio-educativo, ormai riferimento socio-culturale per centinaia di bambini del quartiere» afferma Antonio Borrelli di Arci Movie che evidenzia: «L’auspicio è che, all’impegno concreto della Curia, possa seguire quello delle istituzioni. C’è bisogno non solo di sicurezza ma soprattutto di interventi a favore dell’istruzione, della cultura e del lavoro: li aspettiamo ormai da decenni, è ora che lo Stato se ne faccia carico in tutte le sue articolazioni nazionali e locali».

Con l’iniziativa svoltati in via Esopo giovani e famiglie provano a “riappropriarsi” dello spazio in cui si è registrato uno degli episodi criminali. C’è tensione tra i residenti ma non sono mancati i controlli delle forze dell’ordine con controlli straordinari e numerosi presidi in strada.

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