«Pompei» sommersa di Baia, il ricordo del comandante che la scoprì 61 anni fa

«Pompei» sommersa di Baia, il ricordo del comandante che la scoprì 61 anni fa
di Pasquale Guardascione
Domenica 22 Ottobre 2017, 13:07 - Ultimo agg. 13:09
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La scoperta della «Pompei» sommersa di Baia è stata protagonista della conferenza che si è svolta ieri nel Castello Aragonese della cittadina flegrea. «Quel volo sul mare del comandante Bucher...», questo il titolo del convegno che ha visto i saluti iniziali dell'archeologa Anna Imponente, direttrice del parco archeologico dei Campi Flegrei.

Successivamente sono intervenuti il dottor Pio Forlani che ha illustrato l'impresa del comandante Raimondo Bucher, quindi, la spiegazione delle singolarità geografiche e climatiche dei Campi Ardenti illustrate da Elia Rubino, ed infine, la spiegazione della città sommersa di Baia curata dalla dottoressa Paola Miniero. Nella parte alta del Castello Aragonese è stato posizionato un modellino dell'aereo P-51 con il quale Bucher sorvolò l'area flegrea.
 
 

«Dall'alto dell'aereo vidi sotto la distesa del mare una strana città fantasma», queste le parole che dichiarò Bucher. Nato a Godollo in Ungheria da padre italiano il 15 marzo del 1912, Bucher è stato un apneista italiano, pioniere della subacquea e della fotocinematografia subacquea italiana e mondiale. È deceduto a Roma il 10 settembre del 2008. È nel 1956 che il comandante diede il suo grande contributo all'archeologia subacquea con le prime leggendarie foto dell'area sommersa di Baia e del Portus Julius, scattate appunto mentre era in volo con il suo aereo P-51.

«Dopo la guerra, era il 1956, uscivo in pattuglia acrobatica sul mare partendo dall'aeroporto di Capodichino - dichiarò in un'intervista il comandante Bucher che rilasciò subito dopo la scoperta - .Dall'alto, in una giornata di straordinaria limpidezza del cielo e del mare, mi apparvero forme sottomarine simmetriche e regolari. Mi incuriosii e, intuendo che si doveva trattare di resti sommersi, scattai dal cielo delle fotografie, che ancora oggi, per la loro limpidezza, restano ineguagliate. Dopo lo sviluppo, la sorpresa: appariva inequivocabilmente la forma di mura, strade, costruzioni, che non potevano che essere antiche.Volli subito fare una verifica e mi immersi nelle acque del golfo di Pozzuoli. Era incredibile: a poca profondità e dove transitavano ed ormeggiavano imbarcazioni di ogni genere, apparivano mosaici di indescrivibile bellezza, strutture di abitazioni, strade, imponenti colonne». 
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