Laleo Lab, ecco il gioco da tavola che combatte gli stereotipi di genere

Nelle "carte speciali" personaggi femminili di grande importanza messi in secondo piano dalla storia

Laleo Lab, il gioco da tavola prodotto dall'università Federico II
Laleo Lab, il gioco da tavola prodotto dall'università Federico II
di Alessio Liberini
Mercoledì 21 Dicembre 2022, 18:32 - Ultimo agg. 18:43
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Combattere gli stereotipi di genere stimolando, allo stesso tempo, una riflessione sui significati veicolati dalla lingua italiana per abbattere tanti tristi e atavici cliché. È questa la lodevole mission su cui si basa Laleo Lab: il gioco da tavola, fruibile a grandi e piccini, prodotto dall’Università Federico II e ideato dalle ricercatrici Angela Gargano e Antonella Liccardo a margine di un progetto, sulle tematiche di genere, che ha coinvolto sei scuole secondarie di II grado del territorio partenopeo ed oltre 5mila studenti e studentesse.

Il gioco di società, ispirato in chiave pedagogia al celebre Taboo, si rivolge - in special modo - proprio ai giovanissimi studenti della “Generazione Z”: quelli nati già con uno smartphone alla mano e in un mondo sempre più interconnesso che troppo spesso getta nel dimenticatoio il piacere di imparare divertendosi.

Anche senza doversi necessariamente confrontare con un monitor di un tablet o un pc.

A dimostrarlo oggi sono stati gli oltre 200 scolari - provenienti da diversi istituti cittadini - che hanno “brevettato” per la prima volta, con compagni di classe e docenti, il Laleo Lab. Dividendosi, a margine della presentazione del gioco da tavola, intorno a 15 tavoli nel foyer dell’aula Ciliberto del Complesso federiciano di Monte Sant’Angelo.

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«Ritrovarsi intorno ad un tavolo insieme per giocare – racconta Antonella Liccardo, docente del dipartimento di Fisica "Ettore Pancini" della Federico II - per alcuni di loro è una dimensione abbastanza sconosciuta però c’è stata una reazione, tra i ragazzi, molto positiva».

«Laleo Lab – precisa Liccardo che è anche la delegata del Rettore per il Bilancio di Genere (BdG) dell’Università – nasce all’interno di un progetto condotto nelle scuole superiori attraverso il quale intendevamo far riflettere i ragazzi e le ragazze sul ruolo che gli stereotipi di genere hanno nel condizionare le loro scelte formative e quindi le loro proiezioni lavorative: l’idea è quella di iniziare un percorso attraverso il gioco perché consente un’interazione molto informale: far pensare senza appesantire».

«Dal nostro punto di vista – chiarisce Angela Gargano, ricercatrice INFN e presidente del Coordinamento Napoletano Donne nella Scienza - lavorare sulle giovani generazioni è fondamentale: proprio perché è una variabile di cui in una fase della vita non si tiene conto”.

Tra le particolarità del gioco da tavola - che sarà presto distribuito nelle scuole superiori che ne faranno richiesta e negli atenei aderenti alla Crui (Conferenza dei Rettori delle Universita italiane) - oltre alle carte delle parole da far scoprire alla propria squadra di appartenenza senza pronunciare termini stereotipati, si trovano quattro tipologie di carte speciali. Necessarie da conquistare, almeno una per ciascuna tipologia, per poter vincere e terminare il gioco.

Si tratta di carte che presentano personaggi che hanno avuto un ruolo di primo piano in ambito scientifico, artistico, culturale, sociale o politico. Molti di questi rappresentano donne il cui significativo operato è stato messo in secondo piano dalla storia. «È l’occasione per conoscere studiose poco note solo perché donne» spiega Vittorio, studente del Liceo Vincenzo Cuoco di Napoli. «Il gioco – evidenzia il giovane – tratta argomenti troppo spesso messi in secondo piano: credo che in questo periodo sia molto importante parlare di questi temi che interessano tanti miei coetanei».

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