Napoli: centro disturbi alimentari di Soccavo, scontro tra utenti e Asl

Il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Soccavo
Il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Soccavo
di Nunzia Marciano
Mercoledì 26 Maggio 2021, 21:23 - Ultimo agg. 27 Maggio, 17:51
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Che le due versioni di una stessa storia siano tra esse differenti, è praticamente il minimo. Ma che siano antitetiche come se raccontassero fatti agli antipodi senza nessuna connessione tra essi, è quantomeno singolare. Oggetto del contendere, nello specifico, è il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Soccavo. Oggi i rappresentanti della nascente associazione “Diamo Corpo all’Anima”, rappresenta da Manuela Sorice, formata da utenti e genitori di pazienti del centro ha inviato l’ennesima diffida alla Regione Campania, e ai suoi vertici, e all’ASL Napoli 1, nella persona del Direttore Generale Ciro Verdoliva ma soprattutto del Dirigente responsabile facente funzioni direttore del Dipartimento di Salute Mentale Dott. Fedele Maurano. Oltre alla diffida, all’esterno del centro si è tenuta anche una manifestazione pacifica di associazione e sostenitori. In una nota diffusa alla stampa, le accuse (già ampiamente mosse negli scorsi mesi) sono forti e chiare: si chiedono risposte precise rispetto a questioni altrettanto certosinamente descritte: «Ci poniamo tre semplici domande a cui attendiamo risposta”, scrivono,“1. Ribadito che gli adolescenti devono ora essere inviati alle neuropsichiatrie dei vari distretti, senza potersi avvalere dell’equipe multidisciplinare prevista dalle linee guida del Ministero della Salute, perché fino a novembre 2020 tutti i pazienti con disturbo alimentare dai 14 anni in poi potevano avvalersi di un centro specializzato ed oggi no? 2. La direzione sanitaria di questa ASL, nella persona dell'ing. Verdoliva, che ci ha negato ogni possibilità di incontro, è a conoscenza di questi comportamenti che sono assolutamente in contrasto con il ritiro della delibera in autotutela?3. I soldi stanziati dalla regione per implementare l'attività dell'ambulatorio DCA di Soccavo (€300 mila circa.) dove sono finiti? E l’ing. Verdoliva ha chiesto al dottor Maurano come sono stati utilizzati questi fondi?». 

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Domande che fanno da punta dell’iceberg alle accuse contenute nella stessa diffida a firma degli avvocati di Federconsumatori Campania, Carlo Spirito e Felice Petillo; nel documento si chiede infatti conto a chi di dovere, tra Regione e Asl, di molteplici questioni, tra cui spicca la richiesta di redigere un’apposita Carta dei servizi del centro.

Secondo i legali che affiancano pazienti e utenti, infatti, il documento attualmente in vigore non fornisce informazioni sull’erogazione dei servizi e delle prestazioni; manca di standard di qualità e di valutazione della stessa nonché delle procedure per eventuali reclami. Le accuse sono quindi non solo di voler depotenziare il CDA ma di farlo anche contro la sospensione di provvedimenti in tal senso da parte della stessa dirigenza ASL Napoli1. Eppure, a sentire uno dei più diretti interessati, Fedele Maurano, la situazione è semplicemente opposta a quella descritta: «Siamo stanchi di queste continue accuse», dice Maurano, che non si sottrae a nessuna domanda ma anzi, incalza nelle risposte senza risparmiarsi e rispondendo punto per punto. In primis, sulla carta dei servizi: «Il nostro compito è garantire percorsi di cura per l’utenza, che è ciò che facciamo ma che viene messo in discussione, mentre la nostra carta dei servizi è assolutamente in linea con quelle disposte in Italia per gli stessi servizi». Capitolo adolescenti: «Novembre 2020 non è affatto uno spartiacque: prima e dopo novembre non è successo nulla, né per la cura dei disturbi alimentari né per la cura di quelli neurologi: gli adolescenti possono scegliere di rivolgersi sia la centro sia agli enti preposti, senza depotenziare nulla ma anzi aumentando i servizi». Maurano risponde anche sulla figura della nutrizionista, che secondo l’associazione non viene adeguatamente considerata: «Come si è ampiamente documentato i disturbi alimentari sono sempre più precoci e gli stessi sono espressione sintomatica di disagio psichico che va presa in cura come tale. Ed è ciò che facciamo ma la risposta dell’utenza è paradossale: ci è infatti, capitato di ricevere la diffida di un genitore per una minore che non è mai venuta al centro semplicemente perché non aveva avuto risposta. Ma l’aveva ricevuta, eccome. Tanto è vero che l’equipe (depotenziata per scelte proprie, precisa Maurano) aveva dato possibilità alternative. Non abbiamo dimezzato il personale ma anzi lo abbiamo incrementato con due unità».

Al centro delle proteste dell’utenza anche la famosa delibera: «Il direttore Verdoliva assieme a me e alla direzione generale, ha risposto punto per punto. Abbiamo emanato una delibera poi revocata in autotutela che prevedeva la possibilità di potenziare la gestione della patologia alimentare con approcci multidisciplinari. Ma è passato il messaggio che sarebbe stato chiuso il centro, mentre sarebbe stata solo potenziata l’assistenza. Abbiamo inviato una lettera agli stessi genitori, per cui noi rispondiamo eccome già dallo scorso marzo. Ciò nonostante continuiamo ad avere sollecitazioni. Non c’è nessun tentativo di depotenziare né di non prenderci cura dei ragazzi con problemi alimentari che consideriamo al pari di tutti gli altri. Ma ripeto, non c’è assolutamente nessun depotenziamento, anzi: i soldi stanziati sono stati spesi e rendicontati per il personale e per dotare il centro di arredo adeguato. Infine”, assicura Maurano, “sarà attivata una semi residenza, covid permettendo, per consentire che si possa mangiare». Una possibilità questa, va detto, ora negata, ma che per gli utenti specie i più giovani è fragili, è invece importantissima. In buona sostanza comunque per Maurano la questione non è quella denunciata nelle numerose diffide.

Eppure, dall’altro lato della barricata la guerra è aperta. Una guerra che secondo Maurano è frutto di uno strano, ma nemmeno troppo, cortocircuito: «C’è qualcuno che approfitta della sofferenza di qualche genitore, una sofferenza che io invece, rispetto profondamente mentre qualcuno getta benzina sul fuoco. Se sapessi chi, sarei già in procura o in tribunale. Ma sono sicuro che è così. È tutto scorretto. Noi continuiamo a lavorare sulla sofferenza delle persone che qui viene strumentalizzata. Mentre, ribadisco, io rispetto la sofferenza dei familiari e mi sono battuto per i loro diritti. Sono uno psichiatra e la mia storia racconta di manicomi chiusi, non certo di depotenziamento di un DCA per aprire appunto una specie di manicomio, anzi». Insomma, tra i due litiganti ci sarebbe chi ne gode, stando a quanto detto da Maurano, sulla pelle e sulla sofferenza di pazienti e familiari, ma c’è da scommettere che la questione non è affatto finita qui e quello di oggi è solo un altro capitolo di un libro che non si è ancora capito chi stia scrivendo.

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