«Quando l’ho saputo mi sono disperato, perché vengo qui da due anni, i miei fratelli più grandi sono stati con voi e vorrei che pure la mia sorellina venisse in questo posto». Daniele è uno dei più piccoli nella ludoteca comunale che ha sede nel Giardino dei Miracoli, nell’omonima piazza. E oggettivamente tra queste mura e questo piccolo “polmone verde” della Municipalità Stella-San Carlo all’Arena un miracolo c’è stato. A compierlo sono stati in dieci lunghi anni gli educatori che hanno seguito, giorno dopo giorno, i minori di tutta Napoli, dato che qui arrivano da ogni zona della città. «Prima c’erano 18 sedi sparse nei diversi quartieri - spiega un operatore - ma poi finiti i fondi, è finita anche quell’esperienza». Così nel corso degli anni la ludoteca cittadina si è trasferita da via Settembrini a piazza Miracoli. Una struttura che da febbraio non sarà più guidata dai volontari dell’associazione Pegaso, che per la prima volta si sono visti escludere da un bando comunale, dove vincitore è risultato un altro ente non appartenente al territorio. «Non vogliamo essere polemici - tengono a precisare Ciro Arancini e Daniela Pistis - ma forse sarebbe il caso di rivedere i criteri di valutazione di questi bandi delle politiche sociali?».
Per mobilitare opinione pubblica, famiglie e istituzioni gli educatori hanno organizzato stamattina l’iniziativa “Aspettando la Befana”, di cui così spiegano il senso: «Vuole essere un “saluto” educativo ai nostri bambini, perché quello che a noi peserà di più è il fatto di non stare più con loro dal prossimo febbraio.
Un legame profondo tra loro e i piccoli utenti che tra un mese verrà meno, dato che subentreranno altri operatori e non del territorio: «verranno meno le relazioni educative e affettive che abbiamo costruito - sottolineano Ciro e Daniela - un rapporto di rete con il quartiere fatta di scuole, associazioni e parrocchie. Una grande comunità educante costituita anche da famiglie e commercianti. Verrà meno l’esperienza di tanti anni, perché un bando pubblico quest’anno non ha tenuto conto di questo aspetto esperienziale. Sono bandi che misurano il nostro lavoro attraverso criteri che sulle politiche sociali sono fallimentari». Alla manifestazione ha partecipato, tra gli altri, padre Alex Zanotelli, che afferma: «Sono amareggiato, perché questa è un’altra batosta per il quartiere, dopo un altro progetto che doveva essere vinto dalle realtà locali, invece è stato vinto da chi arriva da altre regioni. Come accaduto ora. Non riesco a capire queste logiche capitalistiche di gestione, che distruggono le relazioni umani tra operatori e utenti».