Lungomare di Napoli, cinque associazioni contro l'apertura: «Mai più traffico»

Lungomare di Napoli
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Lunedì 29 Novembre 2021, 13:21 - Ultimo agg. 13:22
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L’annuncio da parte del sindaco Gaetano Manfredi di restituire al traffico automobilistico via Partenope - tranne che nei weekend - anche dopo la riapertura della galleria Vittoria, ipotesi confermata dall’assessore alla mobilità Cosenza, ha gettato nello sconcerto le associazioni ambientaliste cittadine. Così Fiab Napoli Cicloverdi, GreenItalia Campania, Legambiente parco letterario Vesuvio, Legambiente Iride, WWF Napoli e Gentegreen lanciano un appello all’amministrazione comunale e a tutti i cittadini per ribadire quanto sia fondamentale ed importante riappropriarsi dello spazio pubblico del lungomare rifiutando un modello di città autocentrico.

Uno spazio che deve essere libero non solo dalle auto, ma anche dai tavolini che oggi invadono i marciapiedi senza regole, dove l’occupazione del suolo pubblico sia rigidamente determinata e con la possibilità di essere controllata, anche dai cittadini, con appositi segni posti sulla pavimentazione. «Pensare di ritornare, in maniera definitiva, a un lungomare percorso dalle auto significa proiettare Napoli indietro nel tempo, restaurare una realtà dove inquinamento, congestione, degrado, occupazione dello spazio pubblico e assenza delle relazioni sociali sono i protagonisti incontrastati e facendo assumere, a tutta via Caracciolo, la funzione di autostrada urbana che si frappone come barriera fisica e dinamica tra la città e mare, luogo unicamente asservito alle auto», sottolineano gli ambientalisti.

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Un altro lungomare, liberato dalle auto e vivibile, dove c’è continuità fisica e percettiva tra la città e il suo mare, è stato per i napoletani grandi e piccoli un sogno che si è realizzato dal 2012 e che è diventato simbolo e immagine di una città che vuole essere alla pari delle grandi capitali europee. La dimostrazione? Gli eventi dell’America’s Cup quando centinaia di migliaia di persone hanno raggiunto il lungomare con i mezzi di trasporto pubblico. Dopo la riapertura della galleria, invece di riaprire via Partenope come propone l’sssessore Cosenza, andrebbe riattivato lo schema di circolazione che utilizzava le tre parallele di via Gramsci, via Giordano Bruno e via Piedigrotta per pedonalizzare via Caracciolo, con il doppio senso di marcia sulla Riviera di Chiaia.

Con tale soluzione è possibile la pedonalizzazione da Mergellina a Piazza Plebiscito.

Le motivazioni che inducono gli ambientalisti a voler conservare la pedonalità su via Partenope non attengono solo alla mobilità sostenibile, ma anche ormai a fattori economici consolidati. È chiaro che investire sulla risorsa bellezza, crea considerevoli ritorni in termini economici, di immagine da vendersi sul mercato turistico, di miglioramento della qualità urbana. Gli ecologisti chiedono non solo che il lungomare ritorni ad essere pedonale, ma che ci sia un cambio di paradigma rispetto a tutta la mobilità cittadina, favorendone quella attiva, pedonale e ciclistica, attivando vaste ZTL, assi pedonali di struttura come quello già indicato Piazza Plebiscito/Mergellina, isole pedonali in ogni quartiere.

Il tutto da sviluppare e attuare all’interno di un piano urbano della mobilità sostenibile «al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l'abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l'aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell'uso individuale dell'automobile privata e la moderazione del traffico, l'incremento della capacità di trasporto, l'aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane».

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