Lungomare di Napoli, lavori al palo dopo la mareggiata: la rivolta dei ristoratori

Lungomare di Napoli, lavori al palo dopo la mareggiata: la rivolta dei ristoratori
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 6 Gennaio 2021, 09:30 - Ultimo agg. 15:49
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Via Partenope è ferma al 28 dicembre, anzi è messa peggio. Le operazioni di ripristino dell'Arco Borbonico (crollato la sera del 2 gennaio) non sono iniziate. Niente di fatto neppure per i lavori al muretto fagocitato dalla tempesta che ha invaso il Lungomare e ha spazzato via i ristoranti della curva più famosa della città. Non è partita nemmeno la ristrutturazione della Galleria Vittoria. Vento e onde, in compenso, picchiano ancora duro contro la fragile scogliera a ridosso di Castel dell'Ovo (anch'esso devastato il 28). Un'altra mareggiata, in queste ore di allerta meteo, troverebbe l'area ancora più sguarnita da protezioni contro la furia del libeccio. Camminando sul marciapiede lato mare agitato, la spuma delle onde batte sul volto e tanti ristoratori sono preoccupati di rivivere le stesse scene di fine 2020. Tutto tace, insomma, intorno all'Arco, al tunnel, al parapetto e alla pavimentazione. Gli unici operai al lavoro sono i dipendenti dei ristoranti che riparano le strutture distrutte dalla tempesta. 

 

I massi dell'Arco Borbonico sono ancora sul fondo del mare.

I tubolari sfasciati ondeggiano al vento come piume. Passa un curioso, si ferma a osservare la devastazione dell'antico molo partenopeo, quindi fa spallucce e continua per la sua strada. Il maltempo imperversa ancora, nei dintorni di Castel dell'Ovo, e il mare non ha smesso di sbraitare minaccioso. Diverse auto in circolazione, nonostante la zona rossa, ma pochissimi passanti e un coraggiosissimo runner che sfida vento e grandine. Del resto, il camminamento dell'ex Lungomare liberato di fatto non esiste più. Al suo posto, nella curva, sono piazzate un paio di transenne oltre le quali c'è semplicemente il mare. Del muro non c'è più traccia. La sensazione è che il luogo più famoso della città, a una settimana di distanza dalla catastrofe che l'ha messo in ginocchio, sia stato abbandonato a se stesso e all'inverno. Almeno fino a dopo le vacanze tra Capodanno e la Befana. Nessun operaio ha lavorato per il ripristino dell'area tra Capodanno e il 6 gennaio. Nonostante le emergenze. 

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Nel silenzio generale, i dipendenti dei locali distrutti sono all'opera, anche se regna l'incertezza sulla data di riapertura. Riparano i gazebo, sostituiscono le vetrate sfasciate dalle onde, riaccendono gli impianti elettrici danneggiati e le cucine. «I lavori al muretto non sono iniziati - spiega Andrea Macchia, socio di Regina Margherita - E nessuno si è fatto avanti per aiutarci. Stiamo riparando i locali a nostre spese, in vista dell'eventuale apertura tra 7 e 8, che secondo il Governo saranno gialli, ma aspettiamo anche decisioni e ordinanze di De Luca. L'unico a essersi fatto avanti è stato Amedeo Manzo, presidente della Bcc Napoli, che ci ha offerto condizioni vantaggiose per il prestito. E gli sono molto grato». Già: nell'attesa delle istituzioni e dei ristori per la chiusura dal 20 al 23 dicembre, alcuni dei locali danneggiati di via Partenope si sono indebitati con le banche e in queste ore affrontano delicate riunioni sugli affitti con i proprietari dei locali. «Tutto tace dalle istituzioni - racconta Antonio Viola, titolare di Mammina e presidente di Fiepet Napoli - Al momento siamo del tutto soli. Se ci daranno aiuto prossimamente non lo so, ma per ora siamo soli. Siamo molto preoccupati dal fatto che i lavori al muretto non siano ancora iniziati: una nuova tempesta porterebbe danni ancora maggiori». «Non credo sia utile aprire il 7 e l'8 - commenta Antonino Della Notte, presidente di Aicast e titolare di Antonio&Antonio - Stiamo riparando per capire quello che potremo fare da lunedì prossimo in poi. Cercheremo di aprire per ridare vita a via Partenope. Nessuna novità sui ristori: l'unica soluzione per il momento è la Bcc, che ci ha garantito una linea di credito. Stiamo valutando anche il problema delle assicurazioni, alcune delle quali non prevedono risarcimenti contro le calamità naturali». Sui lavori non partiti e sulla burocrazia si esprime il presidente della Municipalità 1 Francesco De Giovanni: «L'abbandono è stato praticamente totale. C'era da aspettarselo. Il Comune non si è mosso sulla balaustra e sul tunnel. L'Autorità Portuale non si è mossa sul ripristino dell'Arco Borbonico. Neppure la pavimentazione di via Partenope è stata ripristinata. Nei giorni scorsi ho parlato con Hitachi (al lavoro sulla Riviera per la Linea 6) per il ripristino del muretto. L'azienda si è dichiarata disponibile a operare, ma solo una volta ottenuti i permessi. Ho iniziato a fare il possibile con la Sovrintendenza, ma da lì mi hanno spiegato che il progetto deve arrivare dal Comune».

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