Con poco meno di 9 milioni rispetto ai 13,2 preventivati - c'è stato un ribasso d'asta del 25% e di questi tempi è una notiziona per il Comune visti i prezzi che corrono - è stata aggiudicata la gara per la «Riqualificazione ciclo-pedonale del Lungomare di Napoli, tratto compreso tra Piazza Vittoria e il Molosiglio». La sostanza è che si tratta del rifacimento del lungomare. Di una sua rifunzionalizzazione rispetto alla presenza dei ristoranti e dei tanti chalet che insistono su quel tratto di costa napoletana, un riordino degli spazi che dovrebbe regalare, a lavori ultimati, una passeggiata a mare più attraente e fruibile per i napoletani e per centinaia di migliaia di turisti che vi si riversano tutti i giorni e per 365 volte l'anno. Senza snaturare le caratteristiche tipiche di un luogo simbolo della napoletanità. Se ne parlava da anni, con finanziamenti che uscivano ed entravano dalle casse di Palazzo San Giacomo per questioni amministrative, ma soprattutto politiche ora sembra essere davvero la volta buona salvo ricorsi. Parola all'assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza che chiarisce: «Per ora non ci sono ricorsi - racconta - ma solo una richiesta di accesso agli atti. E una richiesta non significa che ci saranno ricorsi è una procedura normale».
Ad aggiudicarsi la gara è stata la «Cogepa Costruzioni Generali Passarelli SpA». Azienda molto grossa che ha già lavorato a Napoli su via Marina. Dovrà occuparsi di ripavimentazione con la pietra lavica etnea e quella pugliese, a proposito di conservazione dei luoghi rispettandone il passato. Poi allargamento dei marciapiedi lato ristoranti e alberghi, nuovi dehors, architettonicamente omologhi «ed eleganti» sui quali lavora l'assessora al Commercio e al Turismo Teresa Armato con il suo gruppo di esperti guidato dal docente ad Architettura Mario Rosario Losasso.
Cosenza spiega perché tutta questa attenzione. «Sarà la stessa che mettere ovunque questo lo voglio precisare. Qui però sul lungomare ci sono in ballo molti posti di lavoro. Allargare il marciapiede significa coordinarsi con chi li ci lavora: ristiranti, bar, pizzerie e alberghi, ci sono centinaia di tavolini e migliaia di posti di lavoro da tutelare. Serve massima efficienza e fare in modo che non si chiudano le strade perché lo ripeto si tratta di molti posti di lavoro su cui andiamo a impattare» Cosa sono i tre blocchi lo spiega lo stesso Cosenza: «Quelli davanti ai ristoranti, agli alberghi e quelli dove non ci sono ostacoli. Il cronoprogramma deve essere preciso ed efficiente. Tre zone che hanno esigenze diverse e vanno trattate come se fossero tre lavori diversi. E vale anche all'interno dello stesso blocco. Abbiamo individuato già due figure nei responsabili del procedimento dei lavori, professionisti molto esperti su questa specifica materia. Bisogna fare in modo che nessuno venga danneggiato, questa la parte più delicata da gestire e che seguirò io personalmente.
Dovranno essere uniformi e funzionali e a pagarli saranno gli stessi titolari dei ristiranti. Ci sono già delle linee guida elaborate al riguardo. Vale a dire «Conformare gli spazi e gli arredi ad un modello omogeneo e condiviso tra enti interessati e operatori commerciali, relazionato alle peculiarità dei singoli luoghi». Un lavoro «che si propone il duplice obiettivo di mantenere un soddisfacente numero di tavoli e posti a sedere salvaguardando al contempo le condizioni di sicurezza, fruibilità, confort e qualità storico ambientale dello spazio pubblico».