Maradona re di Napoli: dai tatuaggi ai murales tutti pazzi per Diego

Maradona re di Napoli: dai tatuaggi ai murales tutti pazzi per Diego
di Gianluca Agata
Lunedì 14 Dicembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 08:33
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Maradona c'è. Per strada, negli uffici, in casa. A ognuno il suo: chi ha voluto il tatuaggio perché ci pensava da tanto tempo e ora è arrivato il momento; chi lo ha voluto per imprimere su se stesso un pezzo della storia del Napoli e di Napoli; e chi ha voluto un murale nel proprio B&B per affascinare i turisti che torneranno. E c'è anche chi ha chiesto nel proprio soggiorno un Maradona di spalle che si incammina verso il cielo per incontrare i propri genitori.

Maradona è un must. Dal 25 novembre, quando è scomparso, lo è un po' di più, al punto che la Maradona-mania a Napoli è letteralmente esplosa. Non che prima el Diez non fosse presente nelle abitudini dei napoletani ma nel percorso che porta al Natale 2020 è quasi un regalo che ci si vuole concedere per avere il pibe impresso nella propria quotidianità. «Maradona è come Che Guevara», un tatuaggio che non morirà mai. Parola di Costantino Sasso, tatuatore napoletano conosciuto a livello internazionale per il suo stile tribale. Dal 2013 organizza l'International Tattoo Fest Napoli con 300 tatuatori da ogni parte del mondo e 15mila visitatori. Una autorità in materia. «La richiesta di tatuarsi l'immagine di Diego sulla propria pelle è qualcosa che nei napoletani è radicata da tempo ma ultimamente è decisamente aumentata». Da lui sono passati tutti. Dai rapper ai calciatori del Napoli. Finanche giocatori della Premier League hanno preso l'aereo da Londra per arrivare nel suo studio di Marigliano diventato capitale del tattoo. «Ogni tatuaggio è una storia. Quella di Maradona appartiene a tutti noi». «Enzo, ci pensavo da tanto tempo, ma è il momento di farmi un tatuaggio di Diego». Enzo è Enzo Brandi con uno studio cult al Vomero. Frequentatore assiduo Marek Hamsik che ha dipinto il suo corpo da lui prima di volare in Cina «e mi ha chiesto il permesso di cambiare tatuatore» scherza. «Maradona? È un'icona, e dalla sua morte abbiamo le agende piene, dalla firma all'immagine iconica con i capelli ricci. Anche donne ma loro preferiscono il 1926 o il Vesuvio con lo scudetto». Anche il capitano del Napoli ha voluto omaggiare Diego. Insigne si è fatto tatuare Maradona che urla sulla coscia sinistra. Tatuaggio di Valentino Russo mostrato per la prima volta nella partita di giovedì in coppa contro la Real Sociedad.

 

Si va dai 50 euro per una piccola firma, a prezzi molto più alti per tatuaggi più complessi, disegni veri e proprie sulle braccia, sui polpacci, sulle spalle. Poi dipende dall'artista, dal tratto. Ogni sensibilità ha il suo prezzo. Raffaele Liuzzi, meglio conosciuto nell'ambiente dello street-writing e lo spray painting con il nome d'arte Raffo, è nato tra i quartieri spagnoli di Napoli e cresciuto poi nella periferia di Ponticelli.

Con la bomboletta ne ha disegnati tanti di Maradona in questi giorni. 

«Quattro solo dal 25 novembre ad oggi: uno alla Sanità, in via Cristallini, uno in zona piazza Ottocalli, all'esterno di un bar-tabaccheria, uno a Melito, un altro in un B&B di via Toledo». L'ultima richiesta ha un sapore particolare: «Una signora di Sorrento vuole un Maradona di spalle che si incammina verso le nuvole dove trova i suoi genitori scomparsi da un po'. Ci fa capire quanto Maradona faccia parte di noi stessi, delle nostre emozioni molto più di quanto non crediamo». Il canone è deciso dall'artista: «Talvolta come un fumetto, talvolta manga, talvolta stilizzato, spesso a testa alta, la stessa con la quale ascoltava l'inno dell'Argentina durante la finale mondiale all'Olimpico rispondendo al pubblico che lo fischiava». Maradona fa parte della nostra quotidianità. Daniele Marzocchi divide il suo tempo tra la famiglia, il lavoro e la passione del Napoli. Ed allora al rigoroso tatuaggio dedicato al Diez, ha aggiunto il murale nel suo ufficio a Marano di Napoli.

 

L'effigie di Diego con lo scudetto e la maglia Buitoni ancora profuma di fresco. «Glielo dovevo - racconta Marzocchi - e il suo addio è stato come una molla. Di fronte la mia scrivania una parete bianca che aspettava solo la sua immagine». E altri piccoli Diez stanno nascendo. «Parenti, amici, familiari, clienti, c'è un Diego pronto a uscire dalla matita per tutti». 

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