Mergellina, il Tar bacchetta il Porto: «Subito il restyling o un commissario»

Mergellina, il Tar bacchetta il Porto: «Subito il restyling o un commissario»
di Paolo Barbuto
Lunedì 17 Febbraio 2020, 07:00 - Ultimo agg. 11:51
3 Minuti di Lettura
L'Autorità Portuale è obbligata a far partire, nel giro di un mese, un bando per il restauro e la rivitalizzazione di un pontile abbandonato a via Caracciolo: la decisione l'ha presa la settima sezione del Tar alla quale s'è rivolto un gruppo di imprenditori napoletani che da più di un anno sta cercando di avere un'interlocuzione con l'Autorità per cancellare il degrado e far partire un progetto di recupero.

Esulta il consigliere regionale Francesco Borrelli che ieri ha eseguito un sopralluogo sul pontile: «Assurdo che sia dovuta intervenire l'autorità giudiziaria per smuovere l'immobilismo delle autorità preposte».

LEGGI ANCHE Due ormeggi abusivi a Mergellina 

Quel pontile che si trova ai margini del porticciolo di Mergellina si chiama, ufficialmente, Saint Tropez. Il 15 maggio del 2015 l'Autorità Portuale ne rileva lo stato di degrado e di pericolo e ordina che nessuno possa avvicinarsi a quella struttura pericolosa e pericolante finché non verrà risistemata.

Il pontile viene recintato con la rete rossa, vengono piazzati i consueti segnali ufficiali di divieto. Poi non accade più nulla per anni. Anzi accade, come al solito, che quel luogo abbandonato viene trasformato in una discarica, riempito di immondizia e cartacce, utilizzato come sversatoio e come toilette a cielo aperto: una schifezza piazzata nel mezzo della meraviglia del lungomare.

Un gruppo di imprenditori napoletani pensa che quel pontile abbandonato possa tornare a nuova vita. Non più come attracco per imbarcazioni ma come solarium o, addirittura, come passerella sulla quale sistemare sedie e tavolini per un'attività di ristorazione.

Così parte la prima richiesta ufficiale all'Autorità Portuale, datata agosto 2018: c'è una possibilità di ottenere in concessione quel luogo? Non arriva risposta ma il gruppo attende con pazienza. Trascorre qualche mese e la pazienza inizia a vacillare, così viene presentata una richiesta di chiarimenti all'Autorità Portuale: perché non rispondete?

La risposta, a quel punto, arriva. L'Autorità Portuale si scusa scrivendo che il ritardo è dovuto a un mero errore e poi chiarisce che la proposta degli imprenditori non può essere presa in considerazione perché da parte della stessa autorità c'è «l'intendimento di avviare una procedura di evidenza pubblica per l'affidamento in concessione di quel bene».

LEGGI ANCHE «Qui c'erano i vip, ora i topi» 

Gli imprenditori, allora, si mettono in attesa: parteciperanno al bando assieme agli altri sperando di vincere.

Però il tempo passa e quella procedura annunciata dall'Autorità Portuale non si palesa. Così arriva la decisione di chiedere un intervento del Tar.

La sentenza della settima sezione (presidente Liguori, consigliere Di Napoli, estensore Ianniello) è stata pubblicata qualche giorno fa e si basa proprio sulla risposta presentata a chi voleva in gestione quel pontile: se l'Autorità ha sostenuto che c'era l'intenzione di avviare una procedura di assegnazione - dice il giudice amministrativo - deve mantenere quel che ha detto. Parta con immediatezza il bando oppure se ne occupi il responsabile del Demanio Regionale come commissario ad acta. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA