Allerta meteo a Napoli e il mare di Licola restituisce vecchi pezzi di auto

Allerta meteo a Napoli e il mare di Licola restituisce vecchi pezzi di auto
di Pasquale Guardascione
Martedì 5 Novembre 2019, 08:00
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L'arenile di Licola trasformato in un cimitero di rottami di auto. L'ultimo sfregio, in ordine di tempo, all'ambiente del litorale flegreo-domitio. Uno spettacolo indegno, ma anche sorprendente, quello che si è svelato ieri mattina a chi ha raggiunto la spiaggia dopo la violenta mareggiata di domenica. Sulla lunga striscia di sabbia emersa dale acque che si erano ritirate, insieme alle «solite» carcasse di animali e a rifiuti, soprattutto plastica, di ogni genere, c'erano lamiere contorte, pezzi di ferro che una volta appartenevano ad automobili. Uno scenario lunare, degno di un film di fantascienza. Come le carcasse di animali, come la plastica anche questi «rifiuti» sono arrivati in mare dall'Alveo dei Camaldoli, ingrossato dalle piogge abbondanti, e da lì «risputati» sull'arenile dalla forza dei marosi. Un'agonia senza fine.
 

 

Un disegno la cui regia è mossa dalla mano della criminalità organizzata, secondo gli accertamenti del Wwf. «Ci sono bande criminali dietro questo scempio», spiega Alessandro Gatto, responsabile delle guardie ambientali del fondo mondiale per l'ambiente: «Abbiamo constatato che lungo tutto il percorso del canale dell'Alveo dei Camaldoli sono sparsi tantissimi rottami di auto che inevitabilmente vengono trasportati fino a mare. Le indagini dei carabinieri forestali, con cui collaboriamo, portano a due ipotesi. Quella di macchine rubate su commissione per pezzi di ricambio, le cui parti inutilizzate vengono appunto gettate nei canali pluviali, oppure dell'opera di carrozzieri abusivi che non potendo usufruire di discariche di rifiuti speciali autorizzate, una volta completati i loro lavori, nelle ore notturne, lontano da occhi indiscreti, buttano queste carcasse nell'alveo». In ogni caso un danno irreversibile, considerata la mole di veleni che vengono dispersi nell'ambiente, metalli pesanti, olii e combustibile che inquinano il mare dopo aver inquinato le falde acquifere e i terreni, spesso coltivati, che circondano i canali. «Ho avuto conferma della disponibilità tecnica e finanziaria per gli interventi di manutenzione idraulica, per oltre un milione di euro, da compiere al Canale Agnena Savone, nella zona del lago Patria, a cura del consorzio di bonifica che sta stipulando un accordo con l'Autorità Distretto Appennino», spiega Salvatore Micillo, sottosegretario del ministero dell'Ambiente nel primo governo Conte, che da anni si batte per recupero ambientale del litorale flegreo-domitio: «È uno dei tanti interventi che stiamo portando avanti, sui Regi Lagni, per mettere in sicurezza il territorio da situazioni come quelle avvenute a Licola. Interventi strutturali che affrontano situazioni di abbandono decennali».

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Ma intanto la spiaggia ieri mattina si presentava come un'immensa discarica di rifiuti. «Uno spettacolo terribile - conferma Fiorella Zabatta, vicesindaco di Pozzuoli - che si ripete ad ogni temporale.
La nostra città rimane il termine finale di tutto ciò che viene sversato negli alvei, da anni siamo ricettacolo di rifiuti e di scarichi abusivi provenienti dai canali. Abbiamo denunciato più volte, anche con un dossier alla Procura, questa paradossale situazione. È ora che tutti i soggetti interessati si diano da fare, facciano i controlli e gli interventi necessari a debellare questo fenomeno che si ripete periodicamente a danno esclusivo di Pozzuoli. Noi - continua Zabatta - impieghiamo nostri mezzi, uomini e risorse per affrontare una situazione che riguarda tutti, e ci accolliamo le spese, anche dello smaltimento, con costi molto alti». Anche per la rimozione di queste carcasse è partita la mobilitazione: bisogna fare in fretta, prima che una nuova mareggiata renda più difficili le operazioni.

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