«Un abuso ogni due giorni», l'edilizia che sfregia Napoli

«Un abuso ogni due giorni», l'edilizia che sfregia Napoli
di Luigi Roano
Lunedì 8 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:15
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Un abuso edilizio ogni due giorni da maggio a giugno e il più delle volte nelle aree storicamente dove il territorio è stato devastato: Pianura, i Camaldoli, Soccavo ma anche il centro storico. Si va da terranei trasformati in case a tettoie extralarge per arrivare a palazzine da 200 metri. Insomma il campionario è ampio. Il report dei vigili urbani antiabusivismo spedito all'Autorità giudiziaria è molto dettagliato.
 
Visti i pochi uomini in campo per quello che riguarda i caschi bianchi e la grandezza di Napoli si può dire senza tema di smentita che quanto rilevato è solo una goccia nel mare. Quello che emerge è dunque una piccola parte degli sfregi che si fanno alla città. Che su questo terreno va incontro a tragedia spesso e volentieri, anche così si spiegano crolli improvvisi di manufatti che uccidono.

Ha davvero del clamoroso quanto denunciato dai vigili in vico Molo due Porte all'Arenella, siamo nel cuore del quartiere collinare. Qui nel verbale dei vigili si legge: «Manufatto di 200 metri quadrati costruito su un rudere preesistente». Ma come si può nel cuore della città tirare su una palazzina senza che nessuno se ne accorga? In vico Due foglie a Santa Chiara - in pieno centro storico - su un terrazzo è venuto su un «volume in muratura», nella sostanza un ambiente vivibile, chissà un attico sull'attico in un luogo dove la Sovrintendenza è giustamente sempre con le antenne molto dritte, da quelle parti ci sono sempre tanti controlli eppure sfugge una costruzione in muratura su di un terrazzo. La Napoli svelata dai vigili è ricca di sorprese, a leggere i verbali davvero l'arte di arrangiarsi - nel senso che ognuno fa quello che gli pare - emerge in maniera prepotente. A Materdei in via Sant'Agostino degli Scalzi a quattro passi dalla fermata della linea 1 è stato costruito un soppalco di 30 metri quadri in un terraneo. È noto che i terranei, ovvero i bassi, non possono essere adibiti ad uso abitazione, tuttavia con il soppalco tirato su è immaginabile che adesso il basso abbia una seconda stanza per viverci in maniera più comoda. In tema di terranei c'è chi in via Andrea Cantelmo all'Arenaccia ha pensato bene di accorparne per «trasformarli in unità abitativa». I terranei o bassi alla faccia di tutte le guerriglie politiche sull'immigrazione sono diventati ormai le abitazioni di chi viene da altri continenti alla ricerca di una vita migliore e più comoda e trova in questi locali la sua accoglienza. L'affitto oscilla tra i 400 e i 700 euro al mese. Soprattutto se messi a nuovo con tutti i comfort a iniziare dal condizionatore perché vivere a livello della strada è impossibile, bisogna chiudersi dentro e respirare aria condizionata per andare avanti. A Soccavo vanno di moda locali aggiuntivi al perimetro della casa, manufatti con tettoia in legno: probabilmente trattasi del secondo bagno. A Cavalleggeri d'Aosta un superbalcone è stato trasformato in un attico: è bastato mettere una tettoia da 85 metri e una pensilina da 15.

A Salita Capodimonte - la ripidissima strada che collega via Cristallini direttamente alla Reggia nel Bosco di Capodimonte - due inquilini si sono fatti il «terrazzino sulla pubblica via», uno con muretto l'altro con ringhiera. Salendo salendo si arriva a via Brancaccio vicino ai Camaldoli dove l'inquilino si è costruito due stanze in legno di 40 metri quadrati. In via Sant'Agata in zona porto c'è chi si è costruito un torrino con tanta di scala per accorparlo con un altro manufatto abusivo. Insomma la casistica è ampia e a chi ha abusato del suolo non è mancata la fantasia. La sensazione è che queste persone sentano un bisogno insopprimibile di prolungare il loro spazio a prescindere. In questo senso il casus belli, tuttavia, è di qualche mese fa: siamo ad aprile e Il Mattino lo ha raccontato con dovizia di particolari. Nella scena del film Napoli velata era una delle terrazze scelte come location da Ozpetek. Nella realtà invece un abuso edilizio. Si tratta di quell'ultimo piano della elegante palazzina color giallo pastello che si trova al civico numero cinque di via Santa Caterina al centro di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli. Li non solo è venuto fuori il dato della realizzazione illecita di una veranda e di una terrazza, ma anche che questi manufatti mettono a rischio la staticità dell'intero stabile.
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