Napoli, area per cani comunale
mai inaugurata: la curano i cittadini

Napoli, area per cani comunale mai inaugurata: la curano i cittadini
di Alessandro Bottone
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 06:44
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L'area cani di Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli, è ufficialmente chiusa. Da qualche mese è fruibile grazie all'iniziativa spontanea di alcuni cittadini. Difatti, lo spazio - ultimato nel 2018 nel parco comunale 'Fratelli De Filippo' - non è mai stato inaugurato dal Comune di Napoli.

Le grandi aiuole - separate dalle terrazze degli orti da una recinzione in metallo - sono spesso frequentate da diverse persone che lasciano giocare i propri cani.

In realtà, ad oggi soltanto una parte dell'area sgambamento è utilizzabile: qui il prato è stato diserbato grazie alla spesa dei cittadini che si autotassano anche per acquistare le buste per le deiezioni canine. Gli stessi hanno acquistato anche la rete per realizzare due zone interne così da separare i cani di taglia grande da quelli più piccoli e delicati. Insomma, una “adozione” spontanea e informale dello spazio pubblico che, per anni, è stato negato ai cittadini e che è stato al centro di diverse polemiche. Tuttora, in realtà, un'altra parte dell'area cani di viale Aldo Merola risulta inagibile: c'è un grosso e possente albero caduto al suolo e le erbacce cresciute rigogliose rendono pericoloso il semplice passaggio. A terra anche foglie e spazzatura da recuperare.

Per curare i cinquemila metri quadrati dell'area per cani - soltanto un "ritaglio" della villa di quartiere - servono forze importanti. L'amministrazione comunale, che gestisce il "polmone verde" di via Maria Malibran, non è riuscita finora a garantire pulizia e manutenzione costanti. L'area cani - il cui progetto risale al 2011 - è costata alle casse comunali circa 45mila euro. Negli anni scorsi da Palazzo San Giacomo era stato promesso il bando per affidare ai privati la gestione dello spazio: nulla di fatto.

 

Un servizio che - esclusa l'azione spontanea di pochi cittadini - resta negato ai più. La parte tuttora degradata, infatti, potrebbe accogliere molti più quadrupedi della zona orientale di Napoli, particolarmente popolosa, e essere messa a disposizione per diverse iniziative.

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