Napoli, asfalto per sostituire la pietra lavica: «Distrutte le strade dell'Amica geniale»

Napoli, asfalto per sostituire la pietra lavica: «Distrutte le strade dell'Amica geniale»
di Giuliana Covella
Mercoledì 17 Luglio 2019, 07:00
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Lungo le strade dove Lila e Lenù correvano felici, giocando insieme agli altri bambini, sia nelle pagine del romanzo che nella serie tv, da oggi non ci sarà più il segno tangibile della storia di quei luoghi, ma il simbolo della modernità. Asfalto al posto della pietra lavica nelle vie della zona industriale, che hanno ispirato «L'Amica geniale» di Elena Ferrante.
 
Lo scempio, a detta di residenti e associazioni, si è consumato in via Brecce, dove per i lavori di riqualificazione stradale in corso da circa un anno il Comune ha rimosso i basoli vesuviani. «In pratica è stata devastata la pavimentazione lapidea al Rione Sant'Erasmo, che ha ispirato la famosa tetralogia della Ferrante», è la denuncia di Antonio Pariante, del Comitato di Portosalvo. Rimosso il basolato nel quartiere della celebre saga letteraria, cui è seguita la fiction dedicata alle due bimbe, è scattata così la mobilitazione dei cittadini che lanciano l'sos: «Fermate questo scempio». La segnalazione, documentata con foto, arriva da due residenti, Alessandra Caputi e Toti Bellastella. «La rimozione dei basoli, oltre a sfregiare i luoghi cari alla Ferrante, rientra nella buffer zone dell'area Unesco - rimarca Pariante - Per questo riteniamo sia necessario ripristinare lo stato dei luoghi secondo il dettato del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio». Aumentano intanto le adesioni di associazioni e comitati all'appello: Insieme per Napoli, Assoutenti, Progetto Napoli, Siti Reali, Locus Iste, Atlantide Ritrovata, Agorà, Sedili di Napoli, Cittadinanza Attiva, Identità Insorgenti, Vanto, Telefono Blu, Radicali Ernesto Rossi, Fabbrica dell'Immaginario, Chiaia per Napoli, Incontri Napoletani, Corpo di Napoli.

L'intervento di restyling in via Brecce, bloccato in una prima fase per difficoltà con le forniture, erano ripartiti a fine maggio. Dal 26 luglio sarà completata la ripavimentazione con l'asfalto nel tratto tra via Gianturco e via Sant'Erasmo. Mentre una seconda fase partirà dal 29 luglio e durerà fino al 30 agosto, con la chiusura di via Sant'Erasmo e l'istituzione del doppio senso di circolazione su via Brecce, solo per i residenti. A esserne interessato è il tratto - lungo 230 metri quadrati, distante due chilometri dalla stazione centrale, altri due da piazza Mercato, circa tre da piazza Municipio e meno di due dal Rione Luzzatti - che da piazza Sant'Erasmo, dove c'è l'omonima chiesa del '600, si innesta su via Brecce e, attraversando via Gianturco, arriva fino a via Ferraris. Una descrizione utile per comprendere la vicinanza tra Sant'Erasmo e il Rione Luzzatti, da cui la Ferrante ha tratto ispirazione per descrivere i luoghi dell'Amica geniale. In particolare le strade e le palazzine di edilizia residenziale pubblica costruite a partire dagli anni '20 del '900.

Sventrata a metà via Sant'Erasmo - dove Lila e Lenù, protagoniste del best seller ambientato nella zona industriale di Napoli - dopo la rimozione dei basoli di piperno, è stata in parte ricoperta con l'asfalto. Stessa sorte che toccherà al secondo tratto della strada.

«Così distruggeranno la memoria di questi luoghi - tuona Toti Buonastella, residente di professione avvocato - hanno già rimosso il basolato nel primo tratto e la strada è per metà asfaltata. La certezza è che tra pochi giorni anche l'altra parte sarà ricoperta di pece. Tutto ciò è vergognoso, com'è possibile che la Sovrintendenza abbia dato l'ok?». In realtà, come spiegano i cittadini, la zona è quella dove è ambientata la storia delle due amiche narrata dalla Ferrante e a maggior ragione, dato il rilancio dovuto al successo della serie tv andrebbe tutelata: «Oltrepassando il famoso tunnel di Gianturco in quattro minuti le bambine arrivano dal Rione Luzzatti a Sant'Erasmo». In effetti mettendo a confronto le immagini della fiction, dove Lila corre e le strade come sono tutt'oggi ci si rende conto che sono uguali. «Ma tutto ciò rischia di scomparire per sempre solo perché questi luoghi non rientrano nei percorsi Unesco», concludono i residenti.
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