Business b&b e case vacanza: a Napoli l'affitto diventa un miraggio

Business b&b e case vacanza: a Napoli l'affitto diventa un miraggio
di Ciriaco M. Viggiano
Venerdì 3 Novembre 2017, 14:01
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Dal centro storico alla periferia, dalla zona collinare al lungomare: non c'è un solo angolo di Napoli che non sia interessato dal boom di bed&breakfast, affittacamere e case-vacanza. E lo scenario non è diverso in tutte le località turistiche della regione. Un fenomeno che da una parte asseconda la cultura dell'ospitalità e il desiderio di guadagno dei residenti, ma dall'altra sottrae alloggi alle famiglie prive di una casa di proprietà. E così la crescita del business legato alle strutture extralberghiere s'intreccia con un'emergenza abitativa senza precedenti. Un caso record è quello di Sorrento: negli ultimi tre giorni 19 privati hanno segnalato l'inizio dell'attività di casa-vacanze o affittacamere in appartamenti disabitati di loro proprietà. A questi si aggiungono 15 strutture spuntate in città prima dell'estate e di cui solo a fine ottobre si è avuto notizia.

I numeri descrivono un fenomeno consolidato in tutta la regione: chi possiede una seconda casa preferisce ospitare turisti anziché darla in locazione a nuclei familiari. I motivi? Maggiori guadagni, meno vincoli, niente tira e molla per far sì che l'inquilino lasci l'appartamento a fine contratto. Secondo l'Associazione regionale dei titolari di bed&breakfast e affittacamere (Abbac), ospitare vacanzieri in un b&b di tre camere può fruttare 3.600 euro al mese. «L'attività è conveniente ma non tutti sono in grado di svolgerla ammonisce Agostino Ingenito, presidente dell'Abbac basta una recensione negativa sul web per devastare la reputazione di una struttura». Ciò che conta per molti, comunque, è che gli introiti siano cospicui: basta mettere un appartamento a disposizione dei turisti per cento euro al giorno e così, in alta stagione, si possono guadagnare 3mila euro al mese. Discorso diverso per gli affittacamere che, di solito, svolgono attività d'impresa: gli incassi possono superare i 7mila euro mensili, ma non vanno trascurati i maggiori obblighi e costi di gestione. Le strutture extralberghiere, secondo l'Abbac, in Campania toccano le 2mila unità. La metà è costituita da b&b, mentre case-vacanza e affittacamere rappresentano rispettivamente il 35 e il 15% del totale. Da gennaio scorso il numero di queste attività è lievitato del 30% in penisola sorrentina e in costiera amalfitana, del 40 a Napoli e addirittura del 50 a Salerno.
 
Ma chi pensa alle giovani coppie, agli anziani, alle famiglie di ceto medio-bassi? Ecco l'interrogativo che affligge il Sindacato unitario nazionale degli inquilini e assegnatari (Sunia). «In Campania spiega il segretario regionale Antonio Giordano circa il 20 per cento delle abitazioni disponibili viene destinato a struttura extralberghiera e perciò sottratto alle famiglie». Nelle zone turistiche come penisola sorrentina e costiera amalfitana, sono migliaia gli sfratti intimati da proprietari di casa pronti a trasformarsi in imprenditori del settore extralberghiero. A risentirne sono soprattutto le giovani coppie che, nel 35% dei casi, si vedono costrette ad abitare insieme con i genitori. A Capri, negli ultimi dieci anni, il 20% della popolazione si è trasferito sulla terraferma in cerca di un tetto. A complicare la situazione di Pompei, invece, concorrono la normativa urbanistica e il Piano di emergenza per il Vesuvio che ostacolano gli interventi edilizi. Così, dal 2007 a oggi, gli affitti in Campania risultano rincarati mediamente del 50%: prendere in locazione un appartamento di 75 metri quadrati impone un esborso di 650 euro mensili. Valori alle stelle soprattutto nelle zone costiere, dove i canoni superano spesso i mille euro, e a Napoli, dove l'incremento ha toccato punte del 40%. «L'emergenza è sotto gli occhi di tutti conclude Giordano il fabbisogno abitativo continua ad aumentare e le case a diminuire. Non si parla di un piano di edilizia popolare, non si pensa a destinare le strutture esistenti ad anziani e coppie. Bisogna disinnescare al più presto questa bomba pronta a esplodere».

Le prospettive, però, non sembrano rosee. Recentemente, infatti, il Governo ha liberalizzato le locazioni brevi: chiunque possieda un immobile può affittarlo senza presentare alcuna segnalazione certificata di inizio attività e senza sottostare a prescrizioni urbanistiche o regolamenti condominiali, ma solo comunicando le persone alloggiate e pagando l'imposta di soggiorno. Località come la penisola sorrentina sono perciò destinate a trasformarsi in immensi «hotel a cielo aperto». E ciò alimenta anche i timori di Federalberghi: «Non siamo contro b&b e simili avverte il presidente regionale Costanzo Iaccarino ma, alla lunga, l'aumento delle strutture extralberghiere costringerà gli operatori ad abbassare i prezzi. Servono regole certe e controlli stringenti per tutelare la qualità dell'offerta turistica».