Barra, gli educatori diventano operai: riapre la scuola dopo mesi di stop

Barra, gli educatori diventano operai: riapre la scuola dopo mesi di stop
di Alessandro Bottone
Lunedì 22 Novembre 2021, 20:25
4 Minuti di Lettura

Bagni ripristinati, pareti ritinteggiate, pulizia assicurata. Tornano a risplendere gli spazi dell'istituto comprensivo 68° Rodinò di Barra, quartiere nella zona orientale di Napoli. Dopo mesi di sacrifici e disagi tanti bambini e ragazzini possono tornare nelle "proprie" aule grazie all'impegno della cooperativa sociale 'Il Tappeto di Iqbal' guidata da Giovanni Savino.

Sono stati proprio gli educatori e i volontari della cooperativa a rimboccarsi le maniche per giorni mettendo mano ai diversi problemi del piano terra dell'edificio "A" del plesso Salvemini in via Mastellone. Come appurato dal sopralluogo dei tecnici della VI Municipalità del Comune di Napoli, la cooperativa - che già da anni collabora con l'istituto di Napoli Est in una serie di attività educative e ludico-creative anche in collaborazione con Save the Children - ha permesso di ripristinare lo stato dei luoghi eliminando pericoli e degrado.

Wc e lavandini sono nuovamente utilizzabili.

Lampade sostituite, piccoli aggiusti in più punti del fabbricato. Interventi necessari così come il ritinteggio delle pareti di corridoi e spazi comuni che dal prossimo 24 novembre potranno accogliere nuovamente gli studenti che attualmente frequentano le lezioni nella struttura centrale dell'istituto comprensivo.

«Malgrado richieste di aiuto per il ripristino dei locali elementari a luglio 2021 al Ministro Carfagna, venuto in visita, e più richieste agli enti locali per intervenire sulla riapertura almeno del piano inferiore del plesso Salvemini di via Mastellone non è pervenuta alcuna risposta se non quella di tempi lunghissimi per un 2022 inoltrato», afferma Giovanni Savino, presidente della cooperativa sociale 'Il Tappeto di Iqbal', il quale evidenzia la difficoltà di accogliere tutti gli studenti soltanto nel plesso centrale. «Con una pandemia che torna ad incalzare, l’inizio del tempo prolungato e la rabbia dei genitori per questa situazione, malgrado le tante richieste di intervento inviate dalla dirigenza scolastica, noi del Tappeto di Iqbal abbiamo deciso di intervenire», specifica Savino che dettaglia: «Abbiamo approfittato del ponte dei Morti, sabato e domenica compresi, e abbiamo deciso di riparare tutti i bagni, sostituire i pezzi rotti, far intervenire un espurgo, ritinteggiare e abbellire le pareti e allestire il piano inferiore per accogliere le classi». A lavoro tutti i giorni i soci de Il Tappeto di Iqbal e alcuni collaboratori scolastici. «É stato bellissimo sostenere, come facciamo ormai da anni, l'istituto comprensivo 68 Rodinò in quanto da tempo siamo in totale collaborazione e condivisione, unendoci in un patto di comunità che ci vede sognare grandi cose per i bambini di Barra», conclude Savino.

Gli spazi appena recuperati ospiteranno gli scolari di otto classi: tre della scuola d'infanzia e cinque dell'elementare. Lo specifica la vicepreside dell'istituto, la professoressa Olimpia Cardelli, che ha seguito attentamente anche l'iter dei lavori, conclusi di recente, che hanno permesso di recuperare un'altra ala dell'edificio di via Mastellone dove sono accolti gli studenti della scuola media. Gli interventi, finanziati con le risorse del Patto per Napoli, hanno riguardato la copertura, gli infissi e i servizi igienici.

La prossima sfida riguarda altri spazi della struttura di via Mastellone che restano da ristrutturare: attualmente fuori uso, infatti, restano diverse aule al primo piano dell'edificio "A" e la palestra. Da attenzionare anche gli spazi esterni dove si verificano alcune perdite d’acqua. Dunque, occorrono altre risorse con le quali sostenere i lavori necessari. Avere spazi a disposizione significa, per l'istituto così come per la cooperativa sociale, immaginare attività e laboratori da mettere in campo contro dispersione scolastica e povertà educativa in un angolo di Napoli che soffre per tante carenze a partire proprio dalla scarsa manutenzione dei beni pubblici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA