Napoli, biblioteca negata a Ponticelli: la protesta di studenti e associazioni

Napoli, biblioteca negata a Ponticelli: la protesta di studenti e associazioni
di Alessandro Bottone
Giovedì 5 Maggio 2022, 15:52 - Ultimo agg. 21:05
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Sit-in di protesta davanti la biblioteca comunale 'Grazia Deledda' di Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli. Stamattina studenti, volontari e associazioni hanno simbolicamente manifestato per chiedere la riapertura della struttura di vico Santillo chiusa dallo scorso 8 aprile in quanto temporaneamente inagibile. Soltanto pochi mesi fa il bene pubblico è stato oggetto di una riqualificazione parziale e di una rigenerazione con diversi servizi ed eventi.

A protestare sono proprio i protagonisti di SocializziAMO in Biblioteca, progetto che ha visto in azione le associazioni TerradiConfine e Noi@Europe e la cooperativa sociale Sepofà per riconsegnare la biblioteca al quartiere dopo anni di abbandono e carenza di servizi. In tanti mesi di attività, grazie al contributo del MIBACT, i volontari delle tre realtà hanno permesso l'apertura al pubblico in orario pomeridiano e nel weekend e hanno realizzato una serie di iniziative a favore di giovani, e non solo, con corsi, workshop, presentazioni di libri, eccetera.

Difatti, gli spazi - in parte riqualificati - sono tornati a essere frequentati da tante persone, specie studenti universitari, e da chiunque avesse bisogno di un angolo per studiare o lavorare in tranquillità.

Una opportunità venuta meno da circa un mese per la chiusura forzata. Il problema riguarda le infiltrazioni al solaio di copertura e il mancato funzionamento dei bagni. Una situazione conosciuta dagli uffici della VI Municipalità del Comune di Napoli (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio) cui spetta la gestione e la manutenzione della biblioteca 'Deledda'. La questione, come spiegano volontari e attivisti, è sui tempi relativi alla messa in sicurezza delle aree considerate pericolose. Al momento, infatti, non è stata comunicata alcuna data sull'inizio degli interventi e non c'è alcuna traccia di provvedimenti formali in tal senso.

 

La chiusura della biblioteca è un disservizio che riguarda tanti cittadini del popoloso quartiere di Napoli Est che sono costretti a spostarsi altrove non essendoci altri spazi pubblici destinati a tale scopo oppure a rinunciare a momenti collettivi di studio. Tale circostanza si è già presentata negli anni scorsi, specie nel periodo delle “riaperture” dopo l’emergenza sanitaria quando la struttura è rimasta chiusa per un lungo periodo. A ben vedere è già da tempo che la biblioteca non può essere utilizzata pienamente: c'è un'ala dell'edificio inibita da anni in quanto pericolosa per i danni provocati da pesanti infiltrazioni di pioggia. Dunque, occorrono risorse per ripristinare decoro e sicurezza in più punti della struttura comunale realizzata nel periodo della ricostruzione post terremoto del 1980.

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«Dobbiamo mettere al sicuro il nostro capitale culturale che, giusto ribadirlo, è di tutti e non solo degli utenti della biblioteca o delle realtà che la cogestiscono, peraltro a titolo completamente gratuito», afferma Roberto Malfatti, presidente della cooperativa sociale Sepofà, che spiega: «Con l'arrivo delle temperature estive vorremmo portare, come avvenuto per lo scorso anno, presentazioni di libri e di tesi di laurea, oltre che varie iniziative. La Biblioteca è entrata nella rete "Open House", un evento che si tiene a livello mondiale e che ha da un po' di anni sede anche nella nostra città. É entrata in questo circuito perché è ormai un esempio di rigenerazione urbana sul territorio. La struttura deve essere riaperta: è un punto di riferimento per tanti ragazzi e lo sta diventando anche per tutta la città», insiste Malfatti.

Con la biblioteca chiusura è impossibile ospitare gli eventi che i volontari avevano programmato da tempo tra cui anche quello per parlare della costruttiva esperienza di rigenerazione a favore del quartiere.

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