Napoli, è bufera sullo spot davanti all’ospedale dei bambini: «Pubblicità oscena, intervenga l’Authority»

Napoli, è bufera sullo spot davanti all’ospedale dei bambini: «Pubblicità oscena, intervenga l’Authority»
di Attilio Iannuzzo
Venerdì 9 Febbraio 2018, 11:51 - Ultimo agg. 20:06
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Non è la solita pubblicità. Soprattutto quando viene collocata davanti un ospedale, il Pausilipon. Artefice della propaganda un’azienda di articoli sportivi. Un uomo prende con la mano sinistra i capelli una donna, tirandoli con fare violento, l’altra mano poggiata sull'anca. I due sono nudi e tatuati. Il rammarico di numerosi genitori, che lottando con le proprie sofferenze e quelle dei figli devono ogni giorno sfiorare con lo sguardo immagini volgari, mai come in questo caso fuori luogo.

«Possibile che il Comune di Napoli – scrive Alessandra sui social – debba consentire questa vergogna? Sotto l’ospedale Pausilipon? Nessuno dice o si accorge di nulla?». Alla valanga di polemiche su pubblicità in città c’è che fa sconti all'Amministrazione Comunale additando gli Organi di garanzia: «Più che il Comune di Napoli - dice un residente - dovrebbe essere l’Authority ad intervenire, ma in questa città tutti fanno quello che vogliono».

«Il Comune proceda immediatamente alla rimozione del manifesto »incriminato«. È un atto dovuto per le immagini che contiene e per il messaggio sbagliato che dà, ma anche una forma di rispetto per la sofferenza dei minori ricoverati all'ospedale pediatrico partenopeo, Pausilipon -Santobono e dei loro familiari». È quanto auspica Mara Carfagna, deputato e consigliere comunale a Napoli per Forza Italia in merito al manifesto pubblicitario dai contenuti osé affisso dinanzi al polo ospedaliero partenopeo. «Le pareti delle nostre città - dice - non possono essere utilizzate senza criterio, né controllo. Ecco perché il governo di centrodestra, quando ero ministro, aveva stipulato un accordo tra Dipartimento per le Pari Opportunità e l'istituto per l' Autodisciplina Pubblicitaria che consentiva il ritiro di campagne pubblicitarie violente o sessiste nel giro di pochissimo tempo. Pensiamo che quello strumento debba essere utilizzato più e meglio di quanto sia stato fatto in questi anni».
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