Cantiere Plebiscito, l'ira dei comitati: «Si spostino le grate in largo Carolina»

Cantiere Plebiscito, l'ira dei comitati: «Si spostino le grate in largo Carolina»
di Pierluigi Frattasi
Martedì 9 Ottobre 2018, 10:30
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Il dossier sulle grate del metrò a piazza del Plebiscito è destinato a finire sulla scrivania del Governo. Oggi il Movimento 5 Stelle presenterà due interrogazioni, una alla Camera, l'altra al Senato, al ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, per chiedere chiarimenti sulla scelta di realizzare la camera di ventilazione proprio nell'emiciclo della basilica di San Francesco di Paola.

Parallelamente dall'associazione Italia Nostra è partito un appello al ministero a revocare in autotutela il parere favorevole, al momento solo provvisorio, della Sovrintendenza di Napoli per le grate che fungeranno da sfiatatoio. Ancora prematura la scelta del materiale, per la quale ci sarà un incontro tecnico nei prossimi giorni. Il cantiere, infatti, dovrebbe durare 13 mesi e le griglie rappresentano l'ultimo step. Per realizzarle ci vorrà circa un mese.
 
Si infiamma la querelle sulle grate del metrò in piazza del Plebiscito. Ieri pomeriggio all'ombra del colonnato si sono dati appuntamento comitati e intellettuali, per una manifestazione che ha visto tra gli ispiratori diverse associazioni, tra cui le Assise di Palazzo Marigliano, Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli, Fai Campania, Comitato Centro Storico Unesco, Insieme per Napoli, Comitato Portosalvo. All'incontro erano presenti anche i parlamentari del M5S Franco Ortolani e Valeria De Lorenzo.

«Piazza del Plebiscito è un luogo simbolo di Napoli - spiega la deputata De Lorenzo, componente del comitato scientifico delle Assise di palazzo Marigliano - Vogliamo capire quali siano i motivi che hanno spinto a fare i lavori proprio qui, sfregiando una delle piazze più belle d'Italia. Se ci sono soluzioni alternative, vanno seguite. Abbiamo già informato il ministro della nostra interrogazione, che segue quella di qualche mese fa sul villaggio per gli atleti delle Universiadi alla Mostra d'Oltremare».

«Piazza del Plebiscito - spiega il geologo Riccardo Caniparoli - è un'area molto sensibile, perché vi scorre sotto una falda acquifera minerale che contiene sostanze aggressive. Le grate? Come si può distruggere la storia e la tradizione, rendendo una città ricca d'arte amorfa e uguale a qualsiasi altra città moderna del mondo?». «L'ubicazione delle griglie è assurda - incalza l'architetto Giulio Pane, Comitato Centro Storico Unesco - Il ricambio di aria umida e fetida proveniente dal sottosuolo non può convivere con l'eleganza della piazza. Perché non realizzarle in largo Carolina, lasciando nell'emiciclo solo la stazione di pompaggio?». «Come cittadini siamo preoccupati - ammette Marta Herling, Società Napoletana di Storia Patria - Vogliamo sapere cosa verrà fatto e perché qui. Piazza del Plebiscito, con lo scenario della Basilica, Palazzo Reale e il San Carlo, ha un valore enorme, rappresenta un simbolo sacrale di Napoli. Si può mai immaginare una cosa simile per piazza della Signoria a Firenze o piazza San Marco a Venezia? Questo ci fa soffrire». «Il sovrintendente sostiene che le grate saranno ondulate - attacca Guido Donatone (Italia Nostra) - Ma non basterà a renderle invisibili. Si rispettino i vincoli sulla piazza». Mentre l'avvocato Gaetano Brancaccio conclude: «Va aperto un dibattito su tutte le aree vincolate del centro storico Unesco».
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