«Cassandra Parla», a Napoli l’artista di strada per i diritti delle donne

Lungo il centro storico, le opere per sensibilizzare sulla violenza di genere

Napoli, “Cassandra Parla” l’artista di strada per i diritti delle donne
Napoli, ​“Cassandra Parla” l’artista di strada per i diritti delle donne
di Giorgia Verna
Martedì 13 Dicembre 2022, 20:00 - Ultimo agg. 23:22
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Cassandra parla. Cassandra parla con gli occhi delle donne, con le scritte sui muri del centro storico di Napoli, con pennellate doppie di colori intensi. Cassandra parla delle donne, della violenza di genere, del femminismo.

“Cassandra parla” è un progetto, nato dalla street artist napoletana Emanuela Auricchio. Camminando per le vie del centro, tra Port’alba e piazza Bellini, si possono trovare volti di donne dallo sguardo intenso, che parlano ai turisti e ai cittadini in dialetto napoletano. Sono moniti agli spettatori, messaggi che cercano di sensibilizzare sulla condizione femminile: «Ngopp’o corp’mio facc chell ca dic’io». Sul mio corpo faccio quello che dico io.

«Il progetto è nato a settembre 2022. Sono di Napoli centro e ho sempre lavorato per strada. Nel 2021, ad esempio, ho realizzato un progetto sulla violenza di genere ispirato alle opere di Artemisia Gentileschi. Visto il lavoro che faccio, mi hanno sempre affascinato il centro storico e i vicoli della street art: mi parlano. Così, mi sono chiesta se potessi dare anche io qualcosa in cambio alla città e alle persone che ci passano».

Dalla scelta di uno pseudonimo, nasce Cassandra: il dono dell’artista alla sua città. O almeno, quando le sue opere non vengono strappate. «Non ci sono tutele per gli artisti di strada.

La maggior parte delle opere vengono gettate. Uso prevalentemente pittura ad olio. Faccio le foto ai dipinti e poi le stampo su carta. Ovviamente il dipinto perde un po’ di qualità, ma è il messaggio che voglio trasmettere ad avere valore».

Emanuela si scontra sui temi delle relazioni di coppia, della questione di genere, della violenza sulle donne, anche andando a toccare l’attualità, come il suo omaggio alle donne in Iran con il dipinto “Masha Amini”.

Il napoletano è il linguaggio che sceglie per «far arrivare in maniera più diretta il messaggio al visitatore. Inizialmente i primi dipinti avevano un cartellino vicino con le frasi tradotte sia in italiano che in inglese, anche per permettere ai turisti di capire meglio. Poi ho cambiato idea».

“Me può straccià ‘a faccia a ‘stu muro ma no ‘a piett’” oppure “m’he fatt a piezz pe’ nun m’affruntà sana” sono solo alcune delle frasi che, in all caps, accompagnano i disegni della Auricchio. Alcune sono frasi create dall’autrice, altre citazioni, come “Chi non c’ha cuore, non gli può venire l’infarto” in “Matrimonio all’italiana”, oppure “Chiagne sangue, ma è cos’ ’e nient’” dalla canzone di Liberato “Me staje appennenn’ amò”.

«A breve affiggerò un manifesto interattivo, dove la gente potrà scrivere una frase da abbinare al quadro». Il progetto, così, evolve. Cassandra non parla semplicemente, dialoga con l’osservatore in uno scambio di opinioni e una condivisione di intenti «l’arte comunica sempre cose diverse ad ognuno di noi: voglio che anche la città parli».

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