Castel dell'Ovo chiuso per lavori: «Sarà off limits per due anni»

Entro aprile il cantiere per il restyling, ma c’è incertezza sulla destinazione d’uso

Castel dell'Ovo
Castel dell'Ovo
di Valerio Esca
Martedì 7 Marzo 2023, 23:38 - Ultimo agg. 8 Marzo, 16:05
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Castel dell’Ovo resterà chiuso per i prossimi due anni. La scritta che campeggia sul sito del Comune di Napoli dal 4 gennaio scorso: «Chiuso fino a data da destinarsi» ha suscitato perplessità e preoccupazioni. Ma la realtà supera di gran lunga - e in peggio - l’immaginazione. Il castello è completamente abbandonato: erosione e degrado del tufo, infissi e impianti da rifare, infiltrazioni d’acqua e problemi di sicurezza connessi alle aperture non protette dei cannoni verso l’esterno. Si è resa dunque necessaria la chiusura dell’intero castello - dopo diversi stop and go a causa di numerosi crolli della parte muraria - «per una questione di sicurezza» chiariscono dal Municipio. Intanto dal 4 gennaio ad oggi gli unici eventi si sono tenuti nella sala Italia, come la mostra itinerante “Ocean&Climate Village” che durerà fino al 12 marzo. Tutte le altre zone sono interdette al pubblico. 

L’elenco degli interventi da compiere è infinito e per rimettere a nuovo Castel dell’Ovo servono complessivamente circa 8 milioni di euro. Fondi già stanziati nel 2020 con il Piano di sviluppo e coesione per la città di Napoli. Un luogo che non ha un’identità precisa, ospita mostre e qualche congresso, a volte anche eventi di deejay set, ma andrebbe riempito di contenuti. Nel frattempo però si dovrà rifare il look. 

La prima tranche di lavori - già affidata - partirà tra fine marzo e inizio aprile e durerà all’incirca 24 mesi, durante i quali non è assicurata l’accessibilità.

I dirigenti di Palazzo San Giacomo dovrebbero a giorni incontrare la ditta che si è aggiudicata il bando di gara per prevedere un cronoprogramma. «Si potrà accedere al castello soltanto se si riusciranno a isolare i lotti dei lavori, in modo tale da procedere a step. I turisti in quel caso potranno visitare le parti del castello già rifinite e sarà inaccessibile il resto» spiegano dal Comune. Laddove invece non sarà possibile la gestione mista, ovvero aprire la struttura nonostante i lavori in corso, Caste dell’Ovo resterà off-limits. Ci si chiede come sia stato possibile arrivare ad un punto di non ritorno costringendo il Municipio a dover sbattere in faccia ai turisti i cancelli di uno dei monumenti più suggestivi e importanti sotto l’aspetto culturale e turistico della città. La risposta è desolante: la mancata manutenzione nel corso degli anni ha trasformato il castello in un colabrodo.

 

Le mura lungo i percorsi del viale e della scalinata di ingresso al castello, del Ramaglietto, della rampa Normanna, del camminamento che collega il loggiato ovest, della sala Francesco Compagna e della sala delle Colonne ai livelli superiori sono caratterizzati - si legge in una relazione del Comune - da «un tipo di degrado che riguarda in maniera generalizzata tutti i paramenti murari esterni». Tra le cause del degrado diffuso l’azione degli agenti atmosferici (aerosol marino, azione eolica). In sostanza nel corso degli anni mare e vento hanno accelerato l’erosione del tufo. Non c’è una parte della struttura che può essere considerata “sana”: dai pavimenti, alle sale, fino alle terrazze. Le opere di difesa della batteria del Ramaglietto si presentano in pessimo stato di conservazione, anche a seguito delle forti mareggiate degli ultimi anni, necessitando pertanto di urgenti interventi di consolidamento, restauro e rifunzionalizzazione. La sala delle Colonne invece è attualmente interessata da un progressivo degrado dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana provenienti dalla terrazza dei Cannoni e a problemi di tipo strutturale. Il restyling comprenderà anche la sale delle esposizioni temporanee e le stesse terrazze, quella dei cannoni e quella di copertura. Andranno cambiati anche infissi, vetri e tutti gli impianti, le forniture e gli arredi. 

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Lo scopo del progetto è rendere il castello un centro di eccellenza culturale in quanto luogo strategico per lo sviluppo dell’economia locale. Lo stesso Palazzo San Giacomo individua, all’interno della relazione consegnata alla ditta che dovrà intervenire su Castel dell’Ovo, le caratteristiche della struttura che emergono da un quadro di obiettivi finalizzati al raggiungimento di una maggiore fruibilità del complesso monumentale. Tenendo conto di due livelli diversi di utilizzo: l’uso museale del castello e quello congressuale grazie alla presenza di capienti sale e servizi per convegni. Una volta conclusi i lavori servirà però un cambio di passo, anche rispetto alla visione complessiva del bene. Va in questa direzione il protocollo di intesa sottoscritto il 27 luglio scorso tra Comune e Demanio (proprietario del castello), che sancisce il passaggio entro fine anno nelle mani di Palazzo San Giacomo della gestione della struttura. Concluse le opere si dovrà fare in modo di aprire i cancelli ad eventi, cerimonie istituzionali, manifestazioni pubbliche e grandi meeting. 

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