«Centro direzionale Napoli, serve una zona franca: sgravi per chi investe»

«Centro direzionale Napoli, serve una zona franca: sgravi per chi investe»
di Luigi Roano
Mercoledì 7 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 9 Settembre, 07:30
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«Il Centro direzionale, per le parti destinate ad attività turistiche e di servizi alle imprese, inserito nella Zes di Napoli Est, zona orientale, con il suo Piano Strategico a cui possono essere aggiunte le risorse previste per la rigenerazione urbana, sarà un’opportunità unica e storica per favorire la rinascita di un territorio da sempre martoriato». Inizia così la lettera di richiesta del presidente di “Confimi industria Campania” e del “Consorzio suggestioni campane promotion” Luigi Carfora per la Zes nella city dell’area orientale. Uno che al Centro direzionale ci vuole andare e non fuggire via come la Regione del presidente De Luca che vuole costruirsi un altro quartier generale 200 metri più avanti lasciando la cittadella dei grattacieli dove occupa 4 edifici più quello del Consiglio regionale.

Cosa sono le Zes? L’acronimo sta per “Zone economiche speciali” all’interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative.

Tra i benefici fiscali c’è il credito di imposta cioè uno sconto sui tributi da pagare a fine anno. Per esempio sull’acquisto dei macchinari, sulla formazione e altro. Una iniziativa - quella di Carfora - che non nasce all’improvviso perché 6 giorni fa - siamo al 2 settembre - al riguardo ha formalmente fatto la richiesta e incontrato 4 assessori della giunta Manfredi. Si tratta di Teresa Armato che ha la delega al Commercio, la vicesindaca con delega all’Urbanistica Laura Lieto, Chiara Marciani assessore al lavoro e Pier Paolo Baretta titolare del Bilancio. Riunione alla quale ha partecipato anche la consigliera comunale Annamaria Maisto capogruppo della formazione di maggioranza Azzurri. Carfora rappresenta anche il sistema manifatturiero campano per Confimi Industria, Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata.

«In Confederazione nazionale - spiega Carfora - rappresentiamo circa 45mila imprese per 600mila dipendenti con un fatturato aggregato di quasi 85 miliardi». Per avere un’idea di cosa si sta parlando “Suggestioni Campane Promotion” unisce aziende di produzione e di servizi multisettoriale del Made in Italy campano, oltre, al programma di affiliati per la distribuzione nel mondo, «e ha come finalità la diffusione, la promozione, la commercializzazione la vendita, l’incoming turistico, scientifico e didattico nazionale ed internazionale, dei prodotti e dei servizi delle imprese consorziate nonché il supporto alla loro presenza nei mercati nazionali ed esteri, anche attraverso la collaborazione e il partenariato con imprese, Enti Pubblici, Istituti di Credito italiani ed esteri ed Università».

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Insomma, il Centro direzionale con la Zes potrebbe diventare il territorio di riferimento di un mondo imprenditoriale di grosso livello. «La proposta che abbiamo lanciato nei mesi scorsi - racconta ancora Carfora - è stata estendere l’area Zes a tutta la regione Campania. Siccome, l’iter per poter vedere questo progetto realizzato è abbastanza lungo ed i bisogni delle imprese sono immediati, optiamo per un percorso strutturato a tappe e più tempestivo, tale da poter dare dei riscontri reali e rapidi alle attività produttive già operanti sul nostro territorio». Per Carfora «L’impostazione data dal nuovo Commissario di Governo della Zes Campania, Giosy Romano, con l’avvio della riperimetrazione delle aree Zes al fine di ottimizzare al meglio le cubature che ci sono state concesse e riconosciute dal Governo, è, sicuramente, un ottima soluzione per facilitare con rapidità e concretezza l’attuazione delle misure agevolative al fine di sostenere le nostre imprese produttive». Il tema è anche politico perché Carfora ricorda come «Il Piano redatto a suo tempo dalla Regione teneva conto principalmente del settore industriale, ponendo così poco rilievo al settore dei servizi alle imprese fondamentali per l’implementazione delle tecnologie 4.0 e necessarie allo sviluppo industriale». In questa chiave Carfora chiede «che venga preso in considerazione ed incluso anche il settore dei servizi che vanno ad integrarsi con le imprese produttive e che tra queste aree rientri il Centro direzionale». 

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