Degrado a Napoli, la chiesa di San Carlo all'Arena è off limits: «Ingresso interdetto da due mesi»

Degrado a Napoli, la chiesa di San Carlo all'Arena è off limits: «Ingresso interdetto da due mesi»
di Antonio Folle
Domenica 29 Novembre 2020, 16:54 - Ultimo agg. 18:28
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La chiesa di San Carlo all'Arena, situata su via Foria e a poche centinaia di metri dal borgo dei Vergini, è una delle più importanti chiese monumentali della città. Costruita nel 1621, ha assunto la forma attuale nel 1837, quando il popolo napoletano restaurò l'antico edificio di culto come voto per la fine di una devastante epidemia di colera. Da diverse settimane l'ingresso principale della chiesa è interdetto al pubblico a causa del pericolo di distacco di alcune porzioni della facciata monumentale. 

A metà settembre i vigili del fuoco, allertati telefonicamente da alcuni residenti, sono intervenuti per una parziale messa in sicurezza degli spazi. A seguito dell'intervento dei vigili del fuoco l'ingresso è stato sbarrato in attesa di un intervento di Napoliservizi - la chiesa è di proprietà del Comune di Napoli - che è stato annunciato più volte ma che, ad oggi, non si è ancora concretizzato. 

«L'appello che facciamo alle istituzioni - ha affermato padre Mario Taurino - è che si facciano al più presto questi lavori di messa in sicurezza e che si riapra l'ingresso della chiesa.

Le celebrazioni liturgiche continuano nonostante l'interdizione dell'ingresso ma i fedeli, tra cui molte persone anziane, sono costretti ad un percorso abbastanza tortuoso atterraverso gli spazi del convitto. Voglio comunque precisate - prosegue il parroco - che in tutto il periodo di chiusura non si è verificato il distacco di una sola pietra dalla facciata, quindi non escludo che si sia trattato di un dispetto di qualcuno a cui forse dava fastidio il viavai di fedeli. Ci auguriamo - conclude - anche in previsione del Natale, che si concluda finalmente questa vicenda e si possa riaprire completamente la chiesa».

La chiesa di San Carlo all'Arena ha una storia complessa e travagliata. L'attuale edificio fu costruito nella zona interessata dal fenomeno della lava dei Vergini, la cascata di acqua, fango e detriti che si distaccava dalla collina di Capodimonte e invadeva le strade trascinandosi dietro con la forza di un vero e proprio torrente quanto incontrava sul suo cammino. Completata dai monaci cistercensi nel 1621, con la soppressione degli ordini religiosi durante il periodo napoleonico venne trasformata in un deposito e in un rifugio militare. 

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Ospita all'interno un preziosissimo crocifisso in marmo - mirabilmente scolpito dal fiorentino Michelangelo Naccherino - proveniente dalla Basilica dello Spirito Santo e conosciuto in tutto il mondo per essere scampato ad un devastante incendio e per essere stato faticosamente ricostruito dopo essere crollato dalla parete a cui era appoggiato. Le numerose "ferite" del marmo - ferite che somigliano a vere e proprie lesioni nella carne viva - suscitano da sempre una fortissima emozione nei fedeli che arrivano da tutto il mondo per ammirarlo.

Una storia, quella della chiesa di San Carlo all'Arena e del suo meraviglioso crocifisso, degna di essere raccontata e di continuare a vivere, ma troppo spesso mortificata dalle lungaggini burocratiche e dalle inefficienze della macchina amministrativa del Comune di Napoli

 

«È passato moltissimo tempo da quando c'è stato l'intervento dei vigili del fuoco - denuncia Gianfranco Wurzburger dell'associazione Gioventù Cattolica - in questo arco di tempo abbiamo sollecitato le istituzioni affinché intervenissero per risolvere questo problema. Ad oggi, nonostante le continue rassicurazioni in tal senso, nessuno si è ancora fatto vivo e l'ingresso della chiesa resta desolatamente sbarrato. C'è una situazione di degrado che aumenta giorno dopo giorno - prosegue Wurzburger - e i padri scolopi ormai non sanno più cosa fare. I fedeli, nonostante il periodo di lockdown, vogliono continuare ad andare a messa, ma la chiesa resta quasi deserta perchè non si può entrare dalla porta principale. La nostra speranza - conclude il presidente di Assogioca - è che dopo questa ennesima denuncia finalmente Napoliservizi si decida a intervenire per porre fine a questa incresciosa situazione». 

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