Napoli, cinque conseguenze del disastro trasporti

Napoli, cinque conseguenze del disastro trasporti
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 26 Aprile 2022, 15:32 - Ultimo agg. 27 Aprile, 14:35
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Sabato sera a Napoli. Chiuse le funicolari. Ferme le due metropolitane. Niente bus che attraversano tutti i quartieri. E il taxi è un desiderio che non passa. Inutile telefonare ogni dieci minuti al centralino delle varie compagnie (in attesa che venga istituito il numero unico): non ci sono macchine libere. Non in un paesino della provincia, non in una localiltà qualsiasi, non in una periferia abbandonata. Nel centro storico, tra piazza del Plebiscito, via Toledo, piazza Vittoria e piazza dei Martiri.

Già prima della mezzanotte tornare a casa diventa un'odissea, e quanto appare lontana, non solo la propria abitazione, ma la promessa di «una mobilità adeguata a una città europea» formulata nel programma dal candidato sindaco Gaetano Manfredi. Mesi dopo la sua elezione, basta guardarsi intorno per capire cosa significa ritrovarsi nel deserto dei trasporti. Un problema che risale indietro nel tempo, ma dalle conseguenze pesanti (almeno cinque) soprattutto se si sogna il rilancio. 

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  1. 1. Traffico in tilt. È chiaro che, in mancanza di alternative, il napoletano finisce per spostarsi in automobile. Meglio restare imbottiglilati nella propria vettura - è la considerazione - che ritrovarsi per strada, esposti al freddo di questo pazzo aprile, aspettando per ore di riuscire a bloccare un'auto bianca.
  2. 2. Attese record. In questo modo, con più veicoli in circolazione, si allungano i tempi di percorrenza anche dei pochi mezzi pubblici a disposizione.
  3. 3. Pubblicità regresso. Costretti a muoversi soltanto a piedi o a interminabili attese alle fermate, i turisti non possono che riferire delle enormi difficoltà negli spostamenti e il loro tam-tam, inevitabilmente negativo, può far desistere altri viaggiatori dal visitare il capoluogo campano.
  4. 4. Offerta culturale penalizzata. Con l'incubo rientro, ben presente per i napoletani e i visitatori, è scoraggiante andare a teatro, al cinema o a un concerto.  
  5. 5. Sicurezza in bilico. Rinunciando a uscire per i motivi indicati, in giro si vedono sempre meno famiglie, coppie, visitatori. Quindi, aumenta la percezione di pericolo e, va da sé, diminuscono anche i guadagni legati al turismo e alle attività del tempo libero. 

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