Napoli, le buche dimenticate sulla via dei turisti: dossier al Comune

Napoli, le buche dimenticate sulla via dei turisti: dossier al Comune
di Paolo Barbuto
Domenica 5 Maggio 2019, 08:30
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C'è un dossier fotografico pronto ad essere spedito al Comune di Napoli, l'hanno realizzato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il responsabile ambiente del Sole che Ride, Enzo Vasquez. Alcuni degli scatti li vedete in questa pagina, raccontano una svolta nella gestione dei dissesti stradali, quello dell'ingabbiamento e dell'abbandono senza nessun intervento ulteriore.
 
Per adesso la documentazione fotografica si limita al perimetro che va dal Museo al Duomo, ai margini dei Decumani: tutte strade turistiche, tutte vie affollate lungo le quali troneggiano piccole gabbie fatte con paletti di ferro avvolti da plastica rossa, al centro delle quali la strada sta sprofondando.

Il primo e più pericoloso dei dissesti segnalati si trova alla svolta fra piazza Museo e Santa Teresa. L'area recintata è piuttosto vasta e chi svolta se la trova all'improvviso davanti: «Rappresenta un doppio pericolo - sottolineano Borrelli e Vasquez - sia per la viabilità, con il rischio che qualcuno vada a sbattere in quell'ostacolo improvviso, sia per il cedimento stradale per il quale non ci sono lavori in corso né interventi evidenti.

Qualche metro più avanti, alla confluenza fra via Salvator Rosa e via Santa Teresa, c'è un altro totem del degrado, realizzato esattamente come il precedente, nastro di plastica rosso a circondare barre di ferro piantate fra i cubetti di porfido. In questo caso l'ostacolo funge anche da spartitraffico fra le auto che si muovono nei due sensi di marcia. Lì il cedimento è di dimensioni inferiori, appena qualche cubetto scivolato nella pancia della città, eppure fa più paura perché si intravede, nello spazio lasciato dal porfido, un vuoto che preannuncia voragini di dimensioni ben superiori.

C'è, poi il tentativo di intervento alla fine di Spaccanapoli, all'incrocio con via Duomo. Lì hanno tentato di riempire il cedimento con materiale a caso, ma la «gabbia» è ancora al suo posto.

«E abbiamo notato che in via Broggia, nella parte finale della strada che qualche anno fa venne interessata da uno sprofondamento nel quale restò bloccato un autobus, si sta ripresentando un profondo avvallamento esattamente nello stesso punto», dicono con rabbia i due esponenti ambientalisti.

L'allarme collegato al dossier, però, è più profondo. Secondo Emilio Borrelli e Enzo Vasquez gli interventi sugli sprofondamenti devono essere rapidi: «Lasciare in abbandono situazioni del genere può essere la prolusione ad eventi di natura decisamente peggiore. Bisogna controllare cosa accade, perché quelle strade cedono, cosa sta succedendo nel sottosuolo. Bisogna scongiurare il pericolo che altre porzioni di strada vengano giù, magari mentre passano auto o ciclomotori, causando drammi se non addirittura tragedie delle quali l'unico responsabile sarebbe il Comune».
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