Napoli, rigenerazione nel Bronx col Pnrr: più soldi per lavori e per "mediatori di conflitto"

L'importo dei lavori è passato dai 38 ai 46 milioni

Napoli, rigenerazione nel Bronx col Pnrr: più soldi per lavori e per "mediatori di conflitto"
di Alessandro Bottone
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 19:59 - Ultimo agg. 20:00
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Alloggi da abbattere e altri da costruire. Si lavora al complesso progetto di rigenerazione dell'area di Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio, quartiere nella zona Est di Napoli.

I blocchi di edilizia popolare, realizzati negli anni Ottanta e scelti da Jorit per ben quattro murales, beneficiano di importanti risorse pubbliche ma il caro materiali e la crisi energetica hanno fatto lievitare di diversi milioni l'importo complessivo dell'intervento il cui obiettivo è restituire sicurezza e decoro a numerosi spazi.

Il punto di partenza è il progetto di fattibilità approvato dalla giunta comunale nel febbraio 2022 che prevedeva una spesa di 52 milioni provenienti dal PNRR.

In poche settimane il contesto nazionale e internazionale è cambiato tanto da aver incrementato i costi nel settore edile e in quello energetico. Ne risente il quadro economico che, appena aggiornato, sale a 64 milioni e 483mila euro: l'importante cifra viene coperta con ulteriori risorse pubbliche assegnate dal Ministero dell'economia, ben dodici milioni e mezzo del "Fondo avvio delle opere indifferibili".

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In particolare, l'importo dei lavori è passato dai 38 ai 46 milioni. Aumentate anche le spese tecniche per la progettazione, direzione lavori, verifica del progetto, eccetera. Nel nuovo schema compaiono due voci prima inesistenti ma considerate necessarie dagli amministratori di Palazzo San Giacomo. Si tratta di tre milioni e 600mila euro per le spese di co-progettazione con il terzo settore e per i servizi annessi, incluso il potenziamento di servizi sociali e culturali e di altri 790mila euro che riguardano le «attività tecnico-operative finalizzate alla realizzazione del progetto»: più nello specifico, si prevede di coinvolgere esperti di progettazione partecipata e «mediatori di conflitti». Tale circostanza viene giustificata con la «complessità dell'operazione», specie per i bisogni legati alle «condizioni di disagio abitativo e contrasto alla marginalizzazione dei residenti» che saranno i protagonisti delle future attività da affidare a operatori del terzo settore. Altresì, risulta necessario affidarsi a professionalità tecniche esterne ad elevata specializzazione per la mancanza di personale comunale.

Il maxi-progetto di Taverna del Ferro prevede che l'area sportiva vandalizzata faccia spazio a tre grattacieli da dodici pieni: qui si trasferiscono le famiglie delle case da demolire. Non si buttano giù entrambe le "stecche" del Bronx - infatti restano in piedi le facciate dipinte da Jorit e gli alloggi subito alle loro spalle - ma si smantellano solo i quattro blocchi centrali della "stecca" che affaccia sul parco Troisi (quelli in grigio nell'immagine sottostante).

Nuovi alloggi, parcheggi, un parco verde ad uso pubblico. Si riqualificano anche la strada comunale e la "piastra" attrezzata soprelevata, cioè lo spazio ai piedi degli alloggi lato mare. Tutti le abitazioni che non saranno demolite - ovvero quelle alle spalle di Maradona e del Che e tutte quelle della "stecca" lato mare, in verde nell'immagine - saranno oggetto di riqualificazione energetica e strutturale senza lo spostamento dei residenti. Nei nuovi grattacieli, su cui si installano impianti fotovoltaici, si prevede la realizzazione di aree condominiali quali lavanderia, nursery, ludoteche, spazi per riunioni assembleari, feste, manifestazioni e dibattiti. Una vera e propria rivoluzione per gli spazi di Taverna del Ferro dove si intende portare nuove attività commerciali e servizi dopo anni di abbandono e degrado.

La progettazione dei lavori impegnerà tempo insieme ai diversi passaggi burocratici per aprire il cantiere. Intanto le famiglie reclamano il diritto a un alloggio sicuro protestando per le infiltrazioni di pioggia nelle abitazioni: per risolvere questo problema si lavorerà presto ai solai utilizzando un milione e mezzo di euro. Un primo passo in attesa di quello decisivo.

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