Bulloni, catene, gomme e sellini sono il pane quotidiano dei giovanissimi che animano il laboratorio di ciclofficina dei Maestri di Strada, la realtà educativa presieduta da Cesare Moreno. Trovano spazio nel CUBO 'Ciro Colonna', ovvero nell'ex scuola di via Curzio Malaparte a Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli. Qui imparano a riparare le biciclette partendo da zero e usandole come strumento per creare relazioni.
Non consideratela una “fredda” officina per riparazioni ma uno spazio di apprendimento e crescita per adolescenti che coltivano la passione per la bicicletta come mezzo per spostarsi e per viaggiare.
Riparare una bici fa sentire loro efficaci e li avvicina alle pratiche del riuso. In tanti mesi gli adolescenti hanno imparato ad aggiustare i vari pezzi di una bicicletta come freni, cambio, pedali, manubrio, eccetera. E, naturalmente, a ripristinare le forature. La bici per loro è anche strumento di esplorazione urbana: pedalando si superano i confini del proprio quartiere e si fa viaggiare la mente così da far tramontare la paura verso ciò che non si conosce. Non si tralascia nemmeno l'aspetto ambientale: la bicicletta è l'emblema della mobilità sostenibile e, in periodo di pandemia, è il mezzo sicuro per evitare situazioni di contagio. Per questo si spera in tante giornate soleggiate per tornare in strada alla scoperta del territorio, come già fatto in diverse occasioni. Prima di tornare sulle due ruote, però, si studia l'educazione stradale per un utilizzo consapevole e sicuro. Soltanto dopo aver imparato i segnali i giovani saranno pronti a progettare la pista ciclabile che collega le loro case al CUBO di Ponticelli.
«Sono arrivata a Maestri di Strada perché credo nel loro lavoro sulla comunità educante: conosciuta la ciclofficina e i ragazzi che la abitano non sono riuscita più a staccarmene» confida Clara Sartini, laureata in psicologia. «Mi hanno colpito la bellezza di questi ragazzi, le loro capacità manuali, la loro praticità e mi faceva male che non si vedessero altrettanto belli e capaci. Allora lo scopo è diventato quello di restituirgli la loro bellezza, trovare qualsiasi modo per poterli rendere consapevoli di se e delle loro possibilità» spiega l'educatrice.
«Sentirsi raccontare che stanno programmando dei viaggi, che stanno costruendo una loro officina nel parco in cui vivono, che non vogliono più fare il pizzaiolo ma vorrebbero essere meccanici è una cosa potentissima che mai avrei pensato di poter ricevere. La manualità che cerchiamo di trasferire non si limita al saper fare, va ben oltre: riguarda il saper essere, il saper pensare, il saper sognare e il nostro lavoro è quello di accompagnarli ad essere essi stessi esempi di una trasformazione nel loro territorio» evidenzia Clara che lancia un appello per la ricerca attrezzi - chiavi inglesi, trapani, cacciaviti e quelli più specifici per la riparazione delle bici - e di altri dispositivi come cavalletti, tute da lavoro, caschetti, casacche.
E non solo: si cercano anche biciclette usate oppure rotte cui dare nuova vita grazie alle sapienti mani degli adolescenti di Ponticelli. Loro - come spiega Clara - sono «l’esempio di una crescita e di un cambiamento possibile in un luogo che non sempre ti aiuta a renderti conto di te».