Napoli Est, aree di Ponticelli da recuperare: webinar sui modelli di rigenerazione urbana

Si prova a immaginare il futuro di aree urbane abbandonate al degrado da anni

Una delle aree verdi abbandonate a Ponticelli
Una delle aree verdi abbandonate a Ponticelli
di Alessandro Bottone
Venerdì 11 Novembre 2022, 20:04 - Ultimo agg. 21:07
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Restituire spazi alla collettività è una sfida ardua dopo lustri di abbandono e degrado. A Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli, si prova a immaginare, già da ora, il futuro delle enormi aree pubbliche da tempo sottratte ai residenti. Si guarda al volto di Ponticelli nel 2030 quando dovrebbero concludersi gli interventi del processo di rigenerazione urbana bloccato da tempo.

I ritmi sono quelli scanditi dal PRU, programma di recupero urbano, con cui si interverrà su migliaia di metri quadrati di terreni che si aprono a ridosso di via Argine, via Napolitano, via Malibran e via Martiri della Libertà. Sono gli spazi che costituiscono, in particolare, la cosiddetta “spina CIS”, una fascia di territorio nella quale si intende concentrare servizi, attrezzature e aree per la collettività.

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La rigenerazione urbana di tali spazi potrebbe ispirarsi alle numerose esperienze positive realizzate in Italia. Da Lecce, Reggio Emilia, Genova e Miseno arrivano modelli di recupero urbano e iniziative esemplari di rigenerazione di aree verdi inutilizzate che potrebbero essere replicate a Ponticelli per cancellare anni di abbandono e degrado. Le esperienze saranno presentate nel corso di incontri online previsti nel processo partecipativo attivato dal Comune di Napoli attraverso passeggiate, laboratori, incontri e altri momenti che hanno promosso la partecipazione di cittadini e rappresentanti delle associazioni del quartiere di Napoli Est.

In particolare, l’assessorato all’Urbanistica e l’Area trasformazione del territorio del Comune di Napoli in collaborazione col DiARC dell'Università Federico II e la cooperativa CODICI hanno previsto per il 14 novembre 2022, alle ore 17, un incontro per conoscere due progetti di recupero urbano per la realizzazione di nuovi servizi destinati alla comunità: si dialoga con Rossella Tricarico di Manifatture Knos (Lecce) e Marta Andrei de La Polveriera (Reggio Emilia).

Nella tappa successiva, quella del 21 novembre, sempre alle 17, si discuterà con Irene Crosta di Alle Ortiche (Genova) e Diego D’Orso di Parco Cerillo (Miseno) che hanno promosso iniziative di rigenerazione di aree verdi inutilizzate.

Il PRU di Ponticelli è particolarmente complesso. Con circa ottanta milioni di euro di risorse pubbliche - e altre ancora da sbloccare - si dovrà mettere mano, entro il 2030, alla rigenerazione urbana di numerose aree del quartiere di Napoli Est. Dalla riqualificazione di alloggi popolari esistenti alla realizzazione di altri palazzine di edilizia residenziale. Il programma insisterà, inoltre, sul recupero di spazi verdi esistenti, sulla realizzazione di attrezzature pubbliche, sulla creazione di spazi per la socializzazione e di nuovi parcheggi. Ponticelli del 2030 avrà nuovi servizi destinati a spazi di coworking e ad attività di tipo produttivo-finanziario - come servizi bancari, centri di produzione e formazione di attività per lo spettacolo - e strutture per il tempo libero come cinema, teatri, laboratori.

Nel processo di rigenerazione urbana il verde avrà un ruolo fondamentale e preminente: difatti, oltre il sessanta per cento delle aree sarà destinato a parchi o attrezzature legate al verde caratterizzati da percorsi pedonali e ciclabili nell'ottica della mobilità dolce così da incentivare l'utilizzo di mezzi pubblici esistenti e da realizzare, come il BRT che collegherà Ponticelli al centro di Napoli. Nelle aree del quartiere attualmente abbandonate si creeranno spazi per servizi scolastici, per il mercato rionale o per altri servizi che possano favorere la socializzazione degli abitanti con particolare attenzione ai giovani e alle donne.

L’iter è ancora lungo. In passato si sono fatti i conti con gare andate deserte, con l’inottemperanza delle ditte, il fallimento delle imprese aggiudicatarie, le risoluzioni contrattuali e altre circostanze. Non di poco conto la difficoltà a individuare abitazioni temporanee per il trasferimento dei residenti. Dopo le linee guida approvate in primavera bisognerà arrivare presto al progetto definitivo che includerà anche il lavoro svolto con i residenti in questi mesi.

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