Napoli, Barra senza spazi per giovani e poche opportunità: ira degli educatori

Barra, niente spazi per i giovani
Barra, niente spazi per i giovani
di Alessandro Bottone
Mercoledì 22 Marzo 2023, 20:40
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Pochi spazi e scarse opportunità per la crescita dei giovani di Barra, quartiere nella zona orientale di Napoli da cui proviene il presunto omicida di Francesco Pio Maimone, il diciottenne ucciso sul lungomare di Mergellina. Nel popoloso quartiere di Napoli Est - quarantamila abitanti in meno di otto chilometri quadrati - non mancano realtà impegnate nell'educazione e nella formazione di bambini e adolescenti ma sono tanti gli spazi abbandonati e poche le occasioni utili per raggiungere coloro che mostrano difficoltà e disagi, lontani dalla scuola e da altre occasioni di sviluppo e riscatto.

«Sempre meno spazi di aggregazione sociale, sempre meno spazi pubblici fruibili per i giovani: si chiede alle scuole di adoperarsi per realizzare progetti per recuperare i giovani ma poi non si investe in controllo del territorio e sicurezza degli edifici», dice Mariarosaria De Matteo, docente dell'istituto comprensivo Russo-Solimena di Barra, che evidenzia: «I nostri ragazzi hanno come riferimento modelli inaffidabili, credono che lo stato sia un'entità astratta e hanno famiglie sempre più allo sbando: uno scenario, per chi come me si occupa di formazione alla legalità, sempre più avvilente», spiega l'insegnante che invita a non sottovalutare i primi atteggiamenti di violenza dei giovani e invita a riflettere sull'affidabilità genitoriale.

Il quartiere attende da anni la restituzione del cinema-teatro Maestoso, struttura comunale interessata da lavori di ristrutturazione ma ancora lontana dall’essere recuperata: si immaginano laboratori teatrali e altre occasioni per coinvolgere ragazze e ragazze. Non va meglio per l’ex centro polifunzionale di piazza Bisignano: vandali e delinquenti hanno ulteriormente distrutto il bene, anch’esso di proprietà di Palazzo San Giacomo, che per anni ha accolto servizi e realtà del territorio. Progressivamente abbandonato, lo spazio risulta degradato e pericoloso. Chiusa al pubblico anche Villa Roomer, detta anche Bisignano, che dopo aver ospitato una scuola, è negata ai più e aperta soltanto grazie all’impegno dei volontari. Totalmente negata è Villa Salvetti, una delle villa vesuviane di Barra, i cui lavori di riqualificazione sono bloccati da anni: doveva lasciar spazio a un centro di formazione dedicato proprio ai giovani affinché potessero coltivare passioni e talenti e per scoprire le “vocazioni” del territorio, come quella del legno e della cartapesta legate alla tradizionale festa dei Gigli. Molto lavoro da fare anche per valorizzare l’antica Villa Letizia che ospita la biblioteca di quartiere: il luogo necessita di essere rigenerato e occorrono risorse anche per tenerlo aperto anche di pomeriggio e nel fine settimana.

Le scuole sono gli unici spazi pubblici di Barra per l'educazione dei giovanissimi. Proprio in un istituto scolastico, il 68° Rodino di via Mastellone, è nato il Punto Luce di Save the Children attivo dal 2015 per contrastare povertà educativa e dispersione scolastica. La realtà coinvolge giovanissimi in numerose attività grazie all'operato de "Il Tappeto di Iqbal", cooperativa sociale guidata da Giovanni Savino.

In sinergia con scuole e associazioni, la cooperativa porta avanti Cassius, progetto fortemente rivolto agli adolescenti della VI Municipalità di Napoli e, in particolare, nel quartiere Barra: grazie alle varie azioni si intercetteranno oltre sessanta giovani ai quali saranno proposte borse di formazione lavorativa e viaggi nazionali e internazionali. Tra le diverse attività in campo è previsto anche un sostegno per coloro che creeranno una microimpresa nel mondo dell’animazione sociale. «E’ un progetto dalle potenzialità altissime che può offrire un modello valido di reale contrasto allo sfruttamento minorile, alla dispersione scolastica ma soprattutto ad un destino criminale», spiega Giovanni Savino, presidente de "Il Tappeto di Iqbal".

Tantissimi bambini e adolescenti del quartiere di Napoli Est sono sottratti alla strada anche grazie alle attività sportive del Centro Ester. «Mi sono reso sempre disponibile ad accogliere progetti volti a una maggiore educazione, formazione e occupazione per bambini e adolescenti non solo del nostro quartiere ma di Napoli Est», sostiene Pasquale Corvino, presidente del Centro Ester che aggiunge: «Auspichiamo di poter diventare un polo di accoglienza e diventare una eccellenza nel campo della formazione, investendo a pieno nella radice di qualsiasi bambino in modo da rafforzare qualsiasi debolezza o influenza che possa arrivare dall'esterno».

C'è chi non si ferma e chiede di attivarsi per un lavoro sinergico. «L'ultimo tragico episodio che ha portato, ancora una volta, Barra sulle pagine di cronaca nera è l'ennesima dimostrazione di come questo quartiere abbia bisogno di aiuto sociale, economico, umano. Ormai viviamo in un territorio sempre più abbandonato e sempre più degradato. Barra sta morendo sotto tutti i punti di vista e se vogliamo ancora avere una speranza dobbiamo unire le forze», afferma Vincenzo De Micco, responsabile attività sociali del Centro Ester nonché presidente dell'associazione Passione Infinita, che insiste: «Proporrò a breve un incontro dove confrontarci: è il momento di agire, far ascoltare la voce di quella parte buona di questa terra che ha tanto da donare e non può essere sprecato per l'agire negativo di pochi».

A Barra operano una dozzina di realtà tra associazioni e parrocchie per creare occasioni di sana aggregazione. «Stamattina nel quartiere c’era uno strano silenzio, volti increduli, quasi come se i barresi fossero consapevoli che questa volta - in verità un’altra volta, un barrese si sia macchiato di un orrendo gesto. Eppure è un quartiere dove tante persone quotidianamente lavorano e si danno da fare per “sognare” insieme un mondo migliore», spiega Gino Napolitano, presidente della consulta delle associazioni di Napoli Est, che aggiunge: «Forse non basta, non è mai bastato. Sono troppe le strutture sul nostro territorio abbandonate, molte di proprietà del Comune, che potrebbero essere al servizio dei cittadini e delle associazioni del territorio», spiega Napolitano che è anche presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Barra.

Educatori e rappresentanti delle realtà di Barra mostrano sconcerto e rabbia per quanto si registra nel popoloso quartiere di Napoli Est in termini di mancate opportunità per la parte più giovane della cittadinanza, ora alle cronache perché indirettamente legata al brutale agguato che ha visto vittima un giovane innocente.

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