Bipiani in amianto di Napoli Est:
annunciati gli sgomberi dei residenti

Bipiani in amianto di Napoli Est: annunciati gli sgomberi dei residenti
di Alessandro Bottone
Martedì 11 Maggio 2021, 17:09
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Nei prossimi giorni saranno consegnate le lettere di diffida allo sgombero ai residenti degli alloggi in amianto del “campo bipiani” di Ponticelli, il complesso residenziale realizzato nella periferia orientale di Napoli nel periodo post sisma del 1980. Per i 104 alloggi di via Isidoro Fuortes sono previsti complessi interventi di bonifica, smantellamento e demolizione finanziati con i fondi del 'Piano Strategico' della Città Metropolitana.

La consegna delle lettere di diffida è stata annunciata da alcuni rappresentanti del Comune di Napoli al comitato dei residenti nel corso della riunione svoltasi nella serata di ieri in streaming. In particolare, erano presenti gli assessori comunali Carmine Piscopo, Ciro Borriello, Alessandra Clemente, Donatella Chiodo e Rosaria Galiero per le rispettive deleghe all'urbanistica, alle politiche per la casa, al patrimonio, alle politiche sociali e alla protezione civile. Per il comitato erano presenti Patrizio Gragnano, in qualità di portavoce, e un cittadino che risiede nei container contenenti amianto.

Proprio nei giorni scorsi il Comune di Napoli, proprietario del complesso di via Fuortes, ha modificato il capitolato speciale di appalto così da «disporre la consegna dei lavori anche in tempi successivi [...] anche in relazione all’attuazione delle procedure di sgombero degli alloggi» si legge negli atti approvati a fine aprile con i quali l’amministrazione comunale ha avviato la manifestazione di interesse per reperire gli operatori economici interessati alla partecipazione alla procedura negoziata per l'affido degli interventi.

Entro la scadenza, prevista per il 14 maggio, sarà importante avere una lista di almeno quindici operatori per far proseguire l'iter. Individuata l'impresa e affidati i lavori sarà essenziale avere a disposizione le aree libere da cose e persone così da avviare il cantiere.

Proprio sul nodo della “ricollocazione” degli attuali residenti si batte il comitato 'Bipiani Liberi dal Amianto'. «Abbiamo appreso che presto tutti gli abitanti saranno diffidati a lasciare il campo per permettere la procedura di affidamento alla ditta che dovrà abbattere e bonificare il campo che dal post terremoto insiste a Ponticelli» spiega Patrizio Gragnano facendo il resoconto della riunione svoltasi ieri. «Nessuna parola, atto o programmazione certa sulla ricollocazione degli 83 nuclei familiari che vivono da oltre trent'anni nell'amianto è stata proposta al tavolo benché il comitato abbia formalizzato ben quattro soluzioni di ricollocazioni su altrettante strutture su Napoli, libere e già nella disponibilità del Comune» evidenzia l'attivista. «Troviamo sconcertante che chi aspetta da 30 anni nell'amianto di avere una casa dignitosa e sicura si trovi una diffida a lasciare gli alloggi e si troverà in mezzo ad una strada. Come comitato - qualora arrivassero solo le diffide e nessuna proposta concreta per la ricollocazione - lo riterremmo una dichiarazione di guerra agli ultimi di questa città e difenderemo la nostra dignità con le unghie e con i denti» afferma Gragnano che aggiunge: «Abbiamo il dovere di continuare a dialogare ma ancora una volta ci troviamo di fronte a chi scrive a lettere cubitali “Nessuno Escluso” e poi esclude i deboli e gli invisibili che da anni muoiono per tumore nei loculi di amianto».

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La mancata sicurezza abitativa di circa 350 persone è una questione spinosa da affrontare con urgenza. L'usura di coperture e pareti contenenti amianto, la pericolosità dei precari allacci alla rete elettrica, le continue perdite dell'impianto idrico e fognario fanno del “campo bipiani” di Ponticelli un luogo degradato e pericoloso. Da scongiurare il rischio dello slittamento dei lavori a causa dell’occupazione degli alloggi: una circostanza già registratasi nei primi anni Duemila durante i quali fu abbattuto soltanto il “villaggio” posto dall’altra parte della medesima strada. Altresì sarà necessario evitare una ulteriore emergenza sociale per le famiglie che dovranno lasciare il campo in un periodo di crisi sanitaria per il coronavirus. Tocca all’amministrazione comunale studiare la soluzione migliore: in campo anche l’ipotesi di utilizzare beni confiscati alla criminalità organizzata per assicurare un tetto agli occupanti da sloggiare. Sono cruciali le prossime due settimane per il destino di tante persone e di un’area di Napoli Est da riqualificare.

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