Il crollo dell'Arco Borbonico ha fatto emergere la necessità di tutelare i beni storici della città ma sono ancora molti quelli che non godono della necessaria attenzione. Tra questi c'è sicuramente l'ex Dazio doganale in via Ponte dei Granili, strada al confine tra la zona industriale e il quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli.
Il Dazio è testimonianza del «Muro Finanziere» voluto da Ferdinando I nel 1824: con la cinta muraria, lunga undici miglia, si voleva contrastare il contrabbando. Costruito da Stefano Gasse tra il 1826 e il 1830, il «Muro Finanziere» circondava la città passando da Posillipo al Vomero, da Miano a Capodichino, da Poggioreale al «ponte della Maddalena», ovvero nell’attuale zona di Napoli Est. «La planimetria del nuovo tracciato, delimitante il confine tra città e casali, lungo ben venti chilometri e articolato in tre tratti, venne approvata dal re Francesco I il 28 ottobre 1825» si legge sull'enciclopedia Treccani.
Successivamente all'inizio dei lavori per la costruzione del muro l'architetto Stefano Gasse progettò diversi edifici doganali che avrebbero avuto la funzione di posti di guardia. In realtà, si trattava di nuove porte della città.
La facciata, avvolta dai tubi innocenti, mostra i segni dell'usura. L'edificio è stato interessato, nel corso degli ultimi anni, da diversi crolli. Degrado e abbandono riguardano l'intero bene storico ormai dimenticato da tutti. Non sono mancate segnalazioni da parte dei cittadini e interrogazioni in varie sedute del consiglio comunale. Appelli evidentemente inascoltati.