Contratto scaduto, le fontane di Napoli restano a secco

Contratto scaduto, le fontane di Napoli restano a secco
di Paolo Barbuto
Martedì 12 Novembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 10:55
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C'erano il sindaco de Magistris e il cardinale Sepe quando venne inaugurata dopo il restauro nel 2015, oggi davanti alla Fontana del Carciofo non c'è più nessuno perché quel monumento che è un simbolo per i napoletani e per i turisti, è rimasto a secco. Le pompe che avrebbero dovuto garantire i giochi d'acqua sono rotte da sei mesi e nessuno si preoccupa di ripararle.

Fino allo scorso dicembre c'era la società che gestisce l'acqua pubblica napoletana, l'Abc, ad occuparsi della manutenzione delle fontane monumentali napoletane. Dall'inizio del 2019 l'accordo con l'azienda partecipata è stato cancellato e il Comune non ha pensato di trovare un nuovo soggetto al quale affidare la gestione delle fontane che, una ad una, si stanno spegnendo abbandonate al loro destino.
 
 

Dal palazzone di Ponticelli dove c'è la sede di Abc, il commissario Sergio D'Angelo dribbla le polemiche: «Non abbiamo più un contratto per la manutenzione delle fontane che è stato annullato all'inizio del 2019. Una soluzione? Non siamo noi a doverla fornire, sappiamo solo che non è più competenza nostra».

Il guaio è che la competenza, attualmente, non è più di nessuno. Dovrebbe essere l'Amministrazione a badare alla gestione delle fontane ma con i tormenti che stanno accompagnando la Giunta comunale non c'è da sperare che qualcuno si fermi a pensare alla riparazione della Fontana del Carciofo.

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Proprio quella fontana rappresentò l'esordio del progetto Monumentando. Venne affidata alla società Uno Outdoor che la rimise a nuovo dopo averla impacchettata per qualche mese con la pubblicità del caffè. Non era ancora montata la grande polemica sul progetto di recupero dei monumenti con l'ingresso di privati, sicché il giorno dell'inaugurazione della fontana recuperata venne salutato con un'imponente cerimonia. «La sinergia tra istituzioni e mondo dell'imprenditoria è il modo migliore per restituire alla città le sue bellezze e per metterla in sicurezza», disse raggiante il sindaco de Magistris.

«Oggi si restituisce alla città un pezzo della sua storia, simbolo della nostra cultura. La collaborazione fra istituzioni e privati non può che far bene a Napoli nella speranza che si possa contrastare il male che purtroppo esiste», spiegò il cardinale Sepe.

Sono trascorsi esattamente 1.660 giorni e la fontana è tornata al suo antico degrado. Spenta, senza zampilli, colma d'acqua stagnante e immondizia. La collaborazione fra istituzioni e imprenditoria non funziona se le istituzioni si esaltano alle inaugurazioni e poi si voltano dall'altra parte.
 

«Ho presentato mille reclami senza nessun esito», si lamenta Angelo che gestisce un b&b con affaccio sulla fontana. «Ci sono ospiti che tornano spesso e che hanno iniziato a prendermi in giro: sono passati quattro mesi e la fontana è ancora senz'acqua, mi dicono ridendo di gusto perché avevo promesso che sarebbe stata rimessa in sesto con rapidità».

Malumore anche da parte dei fratelli Sergio del Gambrinus che hanno chiesto la gestione dell'area verde che circonda la fontana e oggi si trovano ad abbellire un praticello attorno a una fontana che è ridotta a pattumiera. «Talvolta viene qualcuno a rimuovere l'immondizia - spiega Angelo del b&b - ma dopo qualche giorno tutto torna come prima».

Il problema alla fontana del carciofo è collegato alle delicatissime pompe che garantiscono i giochi d'acqua riciclando il liquido che si trova all'interno della fontana. Quelle pompe vengono messe in crisi soprattutto dal materiale che viene portato dal vento (o più spesso gettato dagli incivili) dentro la fontana. Se la pulizia viene effettuata con puntualità non ci sono problemi, se la fontana viene abbandonata non c'è possibilità di mantenerla attiva, ed è proprio quel che sta accadendo oggi: da sei mesi la fontana del Carciofo non zampilla più, i turisti ridono, i napoletani ci hanno fatto l'abitudine, a Palazzo San Giacomo nemmeno se ne sono accorti.
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