Napoli, in Galleria Umberto tornano i clochard: le case di cartone addobbate per Natale

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I cartoni dei clochard nella Galleria Umberto
I cartoni dei clochard nella Galleria Umberto
di Gennaro Di Biase
Sabato 17 Dicembre 2022, 22:59 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 16:40
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La distesa dei letti di fortuna si dipana sotto gli occhi spaesati di migliaia di turisti. Ci risiamo: in Galleria Umberto torna il villaggio anche in pieno giorno. Anzi, sono state messe su vere e proprie «villette» di cartoni, che ospitano aree cani con tanto di cuccetta.

Intorno, tra i marmi spaccati del pavimento, si trovano coperte sparpagliate, abiti, “zella” varia e variegata lanciata qua e là, nel salotto simbolo di Napoli. I lavori non sono mai partiti, come il super-condominio e il distretto commerciale tra imprenditori che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di insegne graziose e uniformi, come nella Galleria gemella affacciata sul Duomo di Milano. Invece no. Le premesse e le promesse non mancano, e il 2023 potrebbe essere davvero l’anno della rinascita del pezzo di storia del Risanamento partenopeo, ma intanto la Umberto I è di nuovo assediata da clochard e da un degrado che salta agli occhi di tutti.

È trascorso quasi un anno da quando, su queste pagine, fu lanciata la campagna di stampa per il rilancio del monumento. Il risultato tangibile - e affatto scontato, arrivato a margine del protocollo firmato in estate - è stato l’arrivo di una guardiania h24 (di giorno i vigili e di notte un’azienda privata, finanziata finora da Aicast e Intesa Sanpaolo che hanno onorato gli impegni con un contratto di 6 mesi, che scadrà nella primavera del 2023). Qualcosa si muove, comunque, per i passi più importanti (lavori, rilancio e sconfitta dell’incuria). «A inizio 2023 - spiega l’assessore all’Urbanistica Laura Lieto - dovranno essere aperti i cantieri per i restauri».

Il sindaco, il mese scorso, ha proposto alla Sovrintendenza la chiusura di due dei quattro accessi alla Galleria. 

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Nei fatti, però, passeggiando in Galleria, ci si ritrova di nuovo immersi nella differenza tra l’altissimo potenziale della location e l’incuria della realtà. Eppure, qualche griffe ha già chiuso i contratti per iniziare le attività. «Mondadori e Starbucks, che hanno chiuso i contratti per i locali dal lato di Santa Brigida, dovranno presto cominciare i lavori. Ma prima va eliminato il degrado». A parlare è Pasquale Barbaro, della storica famiglia di imprenditori della Umberto I e proprietario del Salone Margherita, il fascinoso mondo “di sotto” della Galleria. «Ci sono delle vere e proprie villette di homeless, con tanto area cani, cuccette e fioriere - prosegue - I clochard sono tornati in massa, e fanno più rumore di prima. Dovrebbero essere le istituzioni a trovare un alloggio a queste persone, che spesso camminano con tondini di ferro e mazze tra le mani. Il degrado è incredibile in questo Natale. E non ci sono luminarie. Per fortuna abbiamo la guardiania notturna, speriamo che ci sia anche per tutto l’anno prossimo. Dal lato dell’arco di via Toledo, le impalcature sono ancora lì. Hanno iniziato a smontarle da una settimana per rimetterne di nuove, forse perché stanno per cominciare i lavori». E infatti, l’ingresso più frequentato della Galleria è più ristretto del solito, in queste ore. Il restyling dell’arco che fu teatro della tragedia del piccolo Salvatore Giordano, ucciso da un fregio killer nel 2014, starebbe finalmente per partire. 

Palazzo San Giacomo nei mesi scorsi aveva stanziato 1,5 milioni per i lavori ai pavimenti (che sono di competenza pubblica, al contrario dei locali e dei palazzi, che spettano ai proprietari privati). «Il progetto del pavimento è concluso - spiega la Lieto - è stata fatta una stima dei costi per trovare le risorse. Come ha detto il sindaco, per inizio anno il cantiere va aperto. Il restauro dovrebbe costare circa 1,5 milioni, l’ammontare che l’amministrazione dovrà portare a casa a inizio 2023. Per quanto riguarda la copertura, i tecnici della Federico II hanno svolto un lavoro preliminare per il recupero. L’attacco dei lucernai sui terrazzi è stato alterato negli anni, e l’intervento non si può standardizzare». Sono anche altri due, però, i nodi da affrontare per il destino della Galleria. Il primo riguarda, come accennato, l’arco dal lato di via Toledo. «Sull’arco - aggiunge la Lieto - si stanno smontando i ponteggi del 2014 e allestendo quelli per il restauro. Quest’attività è stata concordata col condominio di piazzetta Serao 7. L’accordo in questo momento, mentre è ancora in corso la vertenza sulle responsabilità dell’arco, prevede che sia il condominio a farsi carico dei lavori. Il cantiere qui partirà sicuramente a inizio anno prossimo». 

Il secondo tema caldissimo, che sarà presto sciolto, investe la chiusura notturna (da mezzanotte alle 6) di almeno 2 dei 4 varchi d’accesso. Operazione che faciliterebbe i controlli per i vigilantes e aiuterebbe nella lotta al degrado: è stato lo stesso sindaco Manfredi a proporre questa soluzione - appoggiata anche dal Prefetto Palomba - durante un tavolo con la Sovrintendenza. La questione è delicata, data anche la natura ibrida tra pubblico e privato della Umberto I, ma la giunta intende procedere in questa direzione: «Quanto ai varchi - conclude Lieto - il sindaco ha proposto alla Sovrintendenza un intervento di chiusura artistica di due accessi: quello dal lato di via Verdi e quello di Santa Brigida. La Sovrintendenza è disponibile a valutare la questione e non ha bocciato l’idea».
 

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