Napoli, l'ennesimo Sos dalla Galleria Umberto: «I clochard si drogano davanti ai turisti»

Dossier con foto e video dei commercianti sullo scempio

Un clochard si inietta la dose in Galleria Umberto
Un clochard si inietta la dose in Galleria Umberto
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 28 Dicembre 2022, 00:02 - Ultimo agg. 29 Dicembre, 09:31
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La faccia del turista è incredula. Per un lungo attimo, la sua espressione rimane sospesa tra meraviglia e spavento. Il visitatore, uno straniero sulla cinquantina, sta per entrare nel monumento principale del Risanamento partenopeo, ma si ferma di botto. Dietrofront: da qui è meglio non passare. Davanti a lui, uno dei circa 10 clochard che popolano h24 la Galleria Umberto - pantaloni abbassati e laccio in bocca - si sta bucando su una gamba. Il soggetto in questione - come confermano dalle associazioni - è infettivo.

Eppure siamo nel pieno della Napoli turistica, e siamo nel pieno della mattinata. La scena appena descritta risale alle 10.30 circa di Santo Stefano, ed è ambientata a tre passi dal San Carlo (lato Angiporto). Poche ore prima, il dipendente di un bar si era salvato per un pelo da una bottiglia di Peroni lanciata sempre da un senza dimora. Scene da guerriglia, quasi.

Mentre nella Vittorio Emanuele di Milano svetta l’albero di Swarovski, nella Umberto I di Napoli non ci sono luminarie ma regnano tossicodipendenza e disagio sociale. La rabbia dei commercianti è alle stelle: «Ci lanciano contro bottiglie di birra - è il grido - Non possiamo continuare così». I protocolli vengono firmati, gli impegni vengono presi, i lavori di restyling vengono programmati. Perfino gli investimenti economici sono diventati realtà, in Galleria: c’è la vigilanza notturna privata e stanno per arrivare Starbucks e Mondadori nei locali attualmente chiusi (più altri imprenditori del lusso pronti a investire).

Eppure, purtroppo, siamo sempre allo stesso punto. Il degrado è tornato e, oltretutto, si sta intensificando.

Gli homeless sono tornati in massa a ripopolare con accampamenti il salotto principale del centro, orinano ovunque (e non solo), si drogano. Portano scompiglio scoraggiando affari e turisti. «Il nostro barista non vuole più lavorare - sospira Antonio Visconti, socio del bar Funee, aperto da poco sotto i portici dell’Angiporto - Ha paura dei clochard. Sono aggressivi, ci minacciano. A Natale ci sono entrati nel locale 2 volte e hanno lanciato bottiglie di birra contro i nostri dipendenti, che hanno rischiato grosso. Le istituzioni se ne facciano carico: non si può lasciare la Galleria in questo stato. Ne comprendo tutte le difficoltà, ma non si tratta di comuni clochard: queste persone sono pericolose. Chiediamo che il Comune e l’Asl intervengano con un Tso o con una misura che possa allontanarli dalla Umberto I. Serve un regolamento comunale contro i bivacchi, almeno nei monumenti. Stiamo perdendo molti incassi: i clienti non consumano nella sporcizia e nella tensione. Temiamo anche per la questione sanitaria, otre che per la sicurezza». Come detto, gli impegni non sono mancati. Lo scenario della Umberto I, però, al momento non è affatto libero da ombre. Anzi. I pavimenti (i cui lavori dovrebbero partire entro la metà del 2023, come annunciato dalla giunta di Palazzo San Giacomo) sono distrutti.

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A pesare sul destino e sulla sicurezza della Umberto I c’è poi la questione dei cancelli notturni, di cui si parla ormai da quasi un anno, ma senza alcun passo concreto. Comune e Prefettura sono d’accordo con la chiusura di almeno due dei 4 varchi d’accesso. Ma sul tema si attende, da molti mesi, il parere della sovrintendenza. I tempi burocratici sono lenti, si sa. E sono anche inversamente proporzionali a quelli del degrado. Tante promesse, insomma. Ma la realtà resta quella che è. «La Galleria, da simbolo della storia e della bellezza di Napoli, si è trasformata nella rappresentazione del degrado che sta investendo la nostra città - denunciano il parlamentare di Europa Verde Francesco Borrelli e lo speaker radiofonico Gianni Simioli - Tra i tanti problemi spicca di più, dato che si ha a che fare con la dignità umana, è l’emergenza clochard, davvero gestita in maniera discutibile. La situazione peggiora di giorno in giorno, gli accampanti di fortuna aumentano, così come cresce l’ingestibilità di diversi casi. Ci sono senzatetto che aggrediscono esercenti, cittadini e turisti, che defecano, urinano e si “bucano” in pubblico offendo uno spettacolo raccapricciante ai visitatori. Servono interventi risolutivi, come denunciamo da tempo. Basta alle soluzioni tampone, basta con i contentini per placare, temporaneamente le critiche. È tempo che una città come la nostra sia in grado di tutelare i propri luoghi d’interesse e di restituire una vita dignitosa a chi necessita di aiuto e assistenza».
 

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