Napoli, la Galleria Umberto cambia look: «Chiusura notturna»

Napoli, la Galleria Umberto cambia look: «Chiusura notturna»
di Luigi Roano
Domenica 10 Giugno 2018, 09:00
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Quasi senza impalcature, con una manutenzione straordinaria che non ha restituito ancora alla Galleria il suo antico splendore di cui ormai pochi hanno memoria, ma un po' di dignità sì. A distanza di quattro anni della tragedia di Salvatore Giordano, un ragazzino di 14 anni morto perché colpito da calcinacci cadutigli sulla testa dalla facciata della Galleria che dà su via Toledo, il sito è quasi senza impalcature. Il Comune è proprietario della cupola e del pavimento, tutto il resto è di privati. E martedì 19 giugno la Sidief (Società Italiana di Iniziative Edilizie e Fondiarie che gestisce il patrimonio della Banca d'Italia, azionista di riferimento) presenta la porzione di lavori che ha effettuato. Un investimento da 3 milioni.
 
Per il resto un bilancio dolce e amaro allo stesso tempo quello che fa Mario Breglia, presidente del consiglio di gestione del colosso Sidief, disponibile a investire ancora e tanto nella Galleria ma che non trova sponde nel Comune e nemmeno nei privati. «Il nostro pezzo di Galleria che il 19 presenteremo è quello che dà sul San Carlo e piazza del Plebiscito - dice Breglia - dove abbiamo fatto lavori di consolidamento strutturale e un vero e proprio restauro. Abbiamo fatte ricerche insieme alla Sovrintendenza per centrare il colore originario della Galleria. Recuperato stucchi che si erano perduti e almeno quella parte di Galleria è tornata al suo antico splendore». Breglia ha molti rimpianti ma anche tanta voglia di non lasciare Napoli e certo non le manda a dire. «Sidief già 15 anni fa come Banca d'Italia ha fatto un grande lavoro alla Galleria - dice - abbiamo chiesto agli altri condomini di fare un piano insieme per il rilancio della Galleria. È la porta di Napoli, il biglietto d'ingresso ma lì dentro ci dormono i barboni. E rubano l'albero di Natale. Da via Toledo passano centinaia di migliaia di persone al giorno ma nessuno entra in Galleria. Perché il sito va valorizzato e restituito al suo splendore. Basta guardare alla Galleria di Milano come modello. Noi abbiamo immaginato già un percorso protetto per i turisti che inizia al porto, dove sbarcano 5 milioni di crocieristi l'anno, per arrivare alla Galleria e al Teatro San Carlo, se ne è parlato ma poi non siamo stati seguiti». Sembra facile a dirsi: «Bisognerebbe fare i ristoranti al piano di sopra, rifare i negozi, dare un'anima a quel luogo come lo aveva più di un secolo fa quando la gente ci andava per stare assieme. Noi amiamo la Galleria di Napoli e anche la città. Vogliamo valorizzarla, aggregare idee e siamo pronti a fare la nostra parte». Chissà se il Comune in qualche modo ha apprezzato lo sforzo di Sidief o magari approfitterà delle offerte fatte da Breglia: «Posso dire - conclude il presidente del consiglio di gestione - che abbiamo scambiato qualche lettera, ci siamo visti un paio di volte, ma poi tutto è finito lì. La speranza è che si possa ripristinare un dialogo».

Palazzo San Giacomo ha dato e continuerà a dare il suo contributo alla rinascita della Galleria, anche se c'è tanto da fare. Tra i progetti del Comune c'è quello di una chiusura notturna del sito, la creazione di un distretto culturale proprio come ha detto Breglia, il rifacimento del pavimento, l'impermeabilizzazione della cupola e molto altro. La delega è in carico al vicesindaco Raffaele Del Giudice. «Ricordiamo sempre che il Comune è proprietario della cupola e del pavimento e su questo abbiamo lavorato e continueremo a farlo. Abbiamo sostituiti gli oblò sul pavimento, ma purtroppo uno già è stato vandalizzato e distrutto, e risistemato tutti i vetri della cupola. Qui - dice il vicesindaco - abbiamo già provato un mastice sigillante che ha la particolarità di resistere a tutti i climi, insomma ci stiamo muovendo. E domani sapremo se per martedì effettivamente scompariranno tutte le impalcature». Per Del Giudice ci sono da fare un paio di step indispensabili: «Il primo è cercare di mettere assieme tutti i condomini, creare un supercondominio con il quale condividere tutte le scelte per la valorizzazione del sito. Penso a un polo culturale, un triangolo composto dalla Galleria, il San Carlo e piazza Triste e Trento per far vivere nel senso pieno il sito. Poi bisogna rifare il pavimento, la spesa è ingente, circa 3 milioni, siamo con la Sovrintendenza alla ricerca di un finanziamento. Non è facile ma ci stiamo provando». Poi una decisione necessaria, quella di chiudere la Galleria almeno la notte. «Sì, il progetto è questo ma va discusso e condiviso con tutti gli attori che vivono la struttura, dai condomini ai commercianti. È sostanzialmente impossibile sorvegliare la Galleria 24 ore su 24, è una questione di sicurezza e di tutela di quello che stiamo facendo».

Dunque, una chiusura notturna del sito per evitare atti di vandalismo. Giusto? Sbagliato? La sensazione è che sia l'unico modo per far tornare a vita nuova la Galleria e invogliare anche investimenti nel sito. E far salire il livello delle offerte della Galleria. Progetti a medio-lungo termine ma non impossibili da concretizzare se ci sono le volontà. Oggi in Galleria ci sono dei caffè un po' fané, qualche negozio di cianfrusaglie, un McDonald's che può avere il suo perché in quanto attira giovani e dunque la vita e poco altro. Davvero niente se si fa il raffronto con lo splendore della Galleria milanese di piazza Duomo.
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