Ci risiamo. Ancora una volta. Tornei di calcio, degrado, bivacchi, clochard, gravi e nuovi dissesti ai pavimenti affacciati sul San Carlo, il sangue e le risse violente tra minori delle scorse settimane. È la nuova tristissima normalità della Galleria Umberto. Stanno svanendo gli effetti dell’operazione decoro diurno, che ha visto protagonisti gli assessorati comunali alle Politiche Sociali e alla Sicurezza. Per qualche mese - tra fine gennaio e l’inizio di aprile - il primo salotto di Napoli, dopo una campagna partita da queste pagine a dicembre 2021, sembrava sul punto di rinascere. Pareva proiettata verso un rilancio che potesse avvicinarla, in qualche modo, al monumento gemello di Milano: la Vittorio Emanuele teatro di griffe e indotto. Invece no. Purtroppo. A Napoli restano le divisioni e le promesse dei privati sulla guardiania e quelle sui lavori di competenza pubblica, in fase di progettazione da Comune e Sovrintendenza. Resta poi l’importante mediazione del prefetto Palomba, che martedì proverà, ancora una volta, a mandare in porto l’accordo per la vigilanza notturna privata a carico dei proprietari. Il presente della Galleria, intanto, assomiglia sempre di più all’oscuro passato recente del monumento in cui, 8 anni fa, perse la vita il piccolo Salvatore Giordano.
A raccontare l’ultimo episodio di violenza e inciviltà è Francesco Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde: «L’altra sera, uscendo dall’Augusteo intorno alla mezzanotte, tra sporcizia e abbandono, sono stato testimone di un mega torneo di ragazzini tra 8 e 16 anni nella Umberto I.
A mantenere le promesse, finora, sono stati l’assessorato di De Iesu, che ha garantito un presidio diurno (8-20) di vigili urbani in Galleria. Quello di Trapanese, che ha senza dubbio alleggerito la presenza (notturna e non) dei senzatetto nel primo salotto della città, e i privati che stanno rifacendo le facciate. Stop. Per il resto, nessun altro passo avanti concreto. Il Comune - che ha stabilito, dopo un dialogo con il condominio di Piazzetta Serao 7, di farsi carico del restauro dell’arco dal lato di via Toledo - non ha ancora iniziato le operazioni né sul pavimento, né sulla cupola, e sta risolvendo il rebus risorse. Le forme di associazionismo proposte nei mesi scorsi (inter-condominio e Distretto del Commercio) non sono ancora formalizzate. Su tutto, visto il crescente allarme babygang, pesa la questione della vigilanza notturna privata a carico dei privati, caldeggiata dal Comune e dal prefetto Palomba, che potrebbe portare alla chiusura di almeno 2 dei 4 varchi dalla mezzanotte in poi. Una soluzione che raccoglie consensi tra diversi proprietari, ma non tutti sono d’accordo. C’è chi, per arginare la violenza, preferisce una sorveglianza statale. In ogni caso, dopo l’accordo di massima arrivato nell’ultimo incontro in prefettura il mese scorso, della questione vigilanza se ne riparlerà martedì. Comune, prefettura e privati dovranno prendere decisioni concrete per salvare il monumento nel cuore della Napoli storica e turistica.