Napoli, la Galleria Vittoria al palo: «Chiaia devastata, così l’ex salotto diventa periferia»

Napoli, la Galleria Vittoria al palo: «Chiaia devastata, così l’ex salotto diventa periferia»
di Paolo Barbuto
Martedì 30 Marzo 2021, 23:59 - Ultimo agg. 31 Marzo, 07:10
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Quel tunnel bloccato da sei mesi è un macigno sulla vita di molti napoletani costretti a rinunciare a spostamenti, appuntamenti di lavoro, visite mediche. Le esperienze che vedete raccontate in questa pagina rappresentano solo uno spaccato di quel che succede dal 26 di settembre, quando il tunnel è stato definitivamente chiuso: leggerete racconti più o meno polemici e addolorati dai quali traspare la grande difficoltà che può essere generata dalla chiusura di una strada.

Il fatto è che quella via incastrata sotto Monte di Dio è stata costruita cent’anni fa perché c’era necessità di rendere più snella la viabilità; oggi, cent’anni dopo, quel tunnel non è semplicemente utile agli spostamenti, è assolutamente determinante: segna il confine fra la Napoli occidentale e quella orientale che oggi sono più lontane e che domani, quando (speriamo presto) le restrizioni sanitarie saranno meno stringenti, diventeranno definitivamente irraggiungibili per chi proviene dal “settore” opposto.

Di storie legate alla chiusura della galleria ne abbiamo raccontate tante in questi sei mesi. Abbiamo spiegato le difficoltà del commercio, della ristorazione, di un’economia già distrutta dalla pandemia e costretta pure a fare i conti con le difficoltà di spostamento. Però, oltre al commercio e alla ristorazione ci sono le persone, c’è la vita di tutti i giorni che continua a rimanere incagliata di fronte a quei nastri di plastica rossi che vietano l’accesso al tunnel. Tra i racconti ci sono appuntamenti dal medico cancellati per via dei ritardi del caos-traffico, ci sono gentilezze fra colleghi “io sto dall’altra parte della galleria, vuoi che ti aiuti, così non sei costretto ad arrivare qui?”.

Alcuni ci scherzano come se si trovassero di fronte a un nuovo posto di frontiera calato improvvisamente dall’alto, altri si dannano perché non ne possono più, altri ancora chiedono con forza che si acceleri perché i tempi si prevedono eccessivamente lunghi. Tutti pensano alla fine delle restrizioni e già tremano: quando il traffico tornerà quello della Napoli pre-pandemia - spiegano - la chiusura sarà un dramma di viabilità e Chiaia resterà fuori del mondo.

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Sal Da Vinci 

«Ora con la pandemia il traffico è più scorrevole ma pur di uscire da questa situazione infernale mi auguro che presto torni tutto a intasarsi come prima - dice il cantante napoletano Sal Da Vinci». «Battute a parte - aggiunge - la situazione nella zona di Chiaia per noi residenti è difficilissima. Quando in via Chiatamone o a Santa Lucia si canalizza il traffico si verifica una vera e propria emergenza. Io giro a piedi, con i mezzi pubblici, in vespa ma personalmente sono rimasto bloccato varie volte ed è stato traumatico. Non è possibile che ci voglia così tanto tempo per mettere a posto la galleria Vittoria. Mi chiedo se i lavori riguardano soltanto un punto del tunnel o se lo stanno rifacendo completamente». 
mattia bufi

Marilena Nasti 

«Ormai per chi si trova dall’altra parte, provare a raggiungere l’Ordine è impossibile», Marilena Nasti, consigliera dell’Ordine dei Commercialisti racconta la difficoltà di avere gli uffici a piazza Dei Martiri, una volta suore della città, oggi periferia nascosta dietro la chiusura della galleria Vittoria. «Attualmente c’è poco movimento ma presto si tornerà a pieno ritmo, sarà davvero complicato.

Noi già adesso ci mettiamo a disposizione dei colleghi che stanno dietro al fronte orientale della galleria per eseguire operazioni senza farli arrivare fin qui. Comunque la vita è davvero un inferno, mi è capitato più volte di rinunciare ad appuntamenti di lavoro. Una volta, invece, ho perso l’appuntamento col medico perché ero bloccata nel traffico».

Celeste Condorelli 

La manager Celeste Condorelli, a lungo alla guida della Clinica Mediterranea, è una residente storica del quartiere Chiaia. «La zona rossa sta in qualche modo tamponando il disastro che ci sarebbe se la circolazione fosse libera. La galleria Vittoria è un’arteria fondamentale per la città e la sua chiusura rappresenta un grande problema per la viabilità. È dunque necessario un progetto che parta quanto prima e che si realizzi in tempi certi e brevi. Gli spazi verdi devono riaprire. Vanno gestiti con maggiori controlli, ma tenerli chiusi è sbagliatissimo. Sono solidale con chi abita in vicoletto Belledonne e via Cavallerizza: quando sono aperti i baretti la situazione è veramente difficile tra risse e schiamazzi fino a notte fonda».
mat. b.

Francesco de Giovanni 

Presidente della municipalità di Chiaia, in prima linea nel chiedere, quotidianamente, la riapertura della galleria, Francesco de Giovanni non riesce più a nascondere il disagio di fronte a una situazione che giudica insostenibile: «I ritardi iniziali negli interventi si sono sommati alle richieste della Procura che hanno definitivamente bloccato tutto. Quando passo lì davanti e vedo che non c’è nessuno al lavoro, mi cadono le braccia. Penso che vorrei fare qualcosa ma non posso farlo e mi ritrovo come tutti i napoletani a guardare la galleria Vittoria che è il simbolo della vita di questa città: tutto fermo, paralizzato, in attesa che accada qualcosa che non accade mai. Mentre i cittadini annaspano nelle difficoltà».

Pietro Lignola 

Da quando era andato in pensione il presidente della Corte di Assise d’appello Pietro Lignola aveva l’abitudine di fare lunghe passeggiate nel suo quartiere. «Ora invece evito di uscire - dice - perché oggi a Chiaia si vive terribilmente male. Tutto quello che c’era prima non c’è più. Strade interrotte, abbandono: il quartiere è irriconoscibile. Dal lunedì al venerdì le strade sono deserte. Nel fine settimana, nonostante i divieti, la zona del lungomare si affolla. Per quanto mi riguarda nei weekend, che sia zona rossa, arancione o gialla, io non esco. Preferisco evitare la confusione, tanto ormai ognuno fa quello che vuole e anche i controlli non hanno grandi effetti».
mat.b.

Mariella De Nigris 

«Purtroppo negli ultimi anni la zona di Chiaia si è degradata - dice l’avvocato Marinella De Nigris - Il quartiere è abbandonato. Io ci sono nata e cresciuta e vederlo in questo stato mi provoca tristezza. La villa comunale, unico polmone verde della zona, è perennemente chiusa privando così i ragazzi e le famiglie di uno sfogo fondamentale. Nonostante il lockdown non mi spiego il perché della sua chiusura. Per non parlare invece di via Caracciolo con i marciapiedi distrutti e la zona dei baretti. Ora è tutto fermo, ma in tempi normali lì c’è tanta brutta gente: ogni sera spacciano e fanno a botte. Prima Chiaia era il salotto di Napoli, adesso è una cantina».
mat. b.

Massimo Di Porzio 

«Quello della galleria è stato ed è il problema maggiore perché rappresenta un collegamento importante tra la zona di piazza Municipio, del porto e Chiaia - spiega Massimo Di Porzio titolare di uno dei più noti ristoranti del quartiere - I percorsi alternativi che siamo costretti a fare ci penalizzano. Avremmo bisogno di un piano traffico un po’ più stabile: i sensi di marcia vengono cambiati continuamente. Noi residenti ormai siamo abituati ma chi viene da fuori zona, quando non c’era il Covid e si poteva venire, finiva nel caos. Chiaia è sempre stata difficile da raggiungere per la carenza di parcheggi e posti per le auto ma adesso siamo arrivati al limite».
mat.b.

Massimo Vernetti 

«La manutenzione è determinante nel settore delle costruzioni, io ci vivo dentro e lo so bene - Massimo Vernetti, patron del garage Morelli - affronta la questione della galleria Vittoria con rabbia - in questa città non esiste più da decenni il concetto di manutenzione, e i risultati si vedono». Spiega che gli affari del garage che sta subito dopo la galleria sono andati a picco, chiede che ci si muova con rapidità anche se sa che non accadrà nulla: «L’intervento della Procura è stato determinante ma ha ulteriormente rallentato la questione. I magistrati, giustamente vogliono che sia garantita la più totale sicurezza e questo, purtroppo, ha messo in crisi il Comune».

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